Contro la guerra, per il lavoro! A fianco del popolo palestinese! “Uniti per il Partito Comunista” esordisce a Foligno, in una partecipata iniziativa popolare

A cura della redazione dell’Umbria

“Guerra, riarmo, attacco al lavoro, alla sanità pubblica, alla giustizia. A fianco del popolo palestinese! Unità per il cambiamento!”. Questo l’impegnativo titolo del Convegno pubblico organizzato da “Uniti per il Partito Comunista”, USB e Casa Rossa di Spoleto lo scorso 15 novembre a Foligno (Perugia) presso il Circolo Arci Subasio.  Alle ore 16.30, di fronte alla sala Arci piena di compagni e compagne, cittadini e lavoratori, apre il dibattito Bianca Alessi, di “Uniti per il Partito Comunista” di Foligno. Bianca delinea il quadro generale che oggi segna di sé la fase internazionale e nazionale: la possibilità drammatica di una Terza guerra mondiale, il dominio della NATO sul nostro Paese e sulle sue politiche, il folle riarmo guidato dal governo Meloni che sbocca in un attacco pesante alla Sanità pubblica, alla Scuola e all’intero Stato sociale, l’attacco alla Giustizia, la restrizione degli spazi democratici e l’attacco al lavoro, attraverso la sempre più vasta precarizzazione del lavoro stesso, specie per ciò che riguarda le nuove generazioni. “Di fronte a tutto ciò” – afferma la compagna Alessi – “anche di fronte al genocidio impunito, da parte di Israele, del popolo palestinese, ciò che innanzitutto oggi serve è l’unità delle forze comuniste e delle forze della sinistra di classe, e per tutto ciò ‘Uniti per il Partito Comunista’ si impegna e lotta”.

La Alessi dà poi la parola ad Aurelio Fabiani della Casa Rossa di Spoleto, Fabiani che, tra l’altro, afferma – dopo aver messo in luce il nesso che si stabilisce tra la guerra, il riarmo, il dominio degli Usa, della NATO e le politiche iperliberiste dell’Unione europea e l’inesorabile destrutturazione del ‘welfare state’ in Italia – “che oggi il sionismo è la forma più aberrante del suprematismo nazista, che il governo Netanyahu agisce con la complicità di tutto l’Occidente e che in Medio Oriente non potrà esserci pace senza la liberazione del popolo palestinese”.

La parola passa a Gianluca Liviabella, responsabile legale della USB – Lavoro privato dell’Umbria, che evidenzia come “dal 1992 ad oggi lo Stato Sociale e i salari siano sono stati falcidiati con la complicità dei sindacati CGIL- CISL – UIL; come, con la privatizzazione della previdenza, gli aumenti salariali dei lavoratori siano stati trasferiti ai fondi pensione privati e come a tutto ciò si aggiunga la cancellazione, nel 1992, della scala mobile, con la conseguente fine dell’adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita. Come, con il contratto metalmeccanici 2021-2024, la sanità integrativa gestita da CGIL-CISL- UIL abbia incassato un milione di euro, sottraendoli alla Sanità pubblica. Oggi i lavoratori sono schiacciati dal sistema più di quanto avveniva negli anni settanta”. “La difesa del popolo palestinese – ha proseguito Liviabella – è centrale nella nostra azione politica, per cui abbiamo organizzato il primo sciopero politico il 21 giugno 2025 dopo quello a Genova del 6 settembre 2001. Il nostro sciopero del 22 settembre scorso è stato lo sciopero più partecipato, più di quello del 3 settembre della CGIL. Oggi i lavoratori non godono pienamente del salario indiretto costituito dai servizi pubblici essenziali, che non vengono più adeguatamente finanziati. La USB ha indetto uno sciopero generale per il prossimo 28 novembre e una manifestazione nazionale per il 29 novembre contro la finanziaria di guerra del governo Meloni. Noi ci prendiamo la responsabilità delle azioni che promuoviamo, come le lotte dei portuali di Genova e degli altri porti italiani che producono il 10% del PIL. I lavoratori portuali italiani, insieme ai portuali europei e mediterranei, vanno verso una giornata di lotta comune per fermare il genocidio del popolo palestinese e per reclamare porti liberi dallearmi”.

La compagna Bianca Alessi passa poi la parola a Bassam Saleh’, giornalista palestinese, Presidente dell’Associazione “Amici dei prigionieri palestinesi”, Bassam Saleh’ che viene salutato da un grande e solidale applauso.

“Il capitalismo è il nemico di tutti i popoli – esordisce Bassam, così proseguendo: “Nel mondo esistono molte associazioni di ebrei antisionisti. Oggi l’antisionismo coincide con l’antifascismo. Biden diceva di essere sionista e che, se non ci fosse, il sionismo bisognerebbe inventarlo. Essere antisionisti non vuol dire essere antisemiti. Anche i palestinesi sono semiti, tutti i popoli arabi sono semiti. L’unica soluzione è ‘due popoli e due stati’, con la Palestina come Stato laico e democratico per tutti. Dopo il cosiddetto accordo di pace firmato a Sharm El Sheikh senza i popoli interessati, mentre tutta l’attenzione dei governi e dei mass media si concentrava sulla restituzione degli ostaggi israeliani ancora vivi e dei corpi di quelli morti, nessuno ha prestato attenzione alla restituzione di corpi dei palestinesi detenuti e morti nelle carceri israeliane senza un processo, ma in virtù della cosiddetta detenzione amministrativa. Quei corpi presentavano segni di tortura, alcuni avevano le mani legate dietro la schiena e altri erano mancanti degli organi interni. È giunta l’ora che Israele ponga fine a tutte le pratiche di tortura e a tutti gli altri, feroci, maltrattamenti dei palestinesi detenuti! È ora che i palestinesi prigionieri siano protetti e sia loro garantito il diritto alla vita! Anche per questo, oltre che per la liberazione di tutto il popolo palestinese, continuiamo la lotta!”. E prosegue Bassam Saleh’: “Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati, almeno 75 palestinesi sono mortinelle galere israeliane tra il 7 ottobre 2023 e il 31 agosto 2025. Tra queste persone c’erano individui con condizioni di salute che richiedevano specifiche cure mediche prima del loro arresto e il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha raccolto prove ditortura crudele e maltrattamentisui corpi di palestinesi detenuti effettuati anche quando essi erano quasi vicini alla morte. Inoltre, sono stati registrati, nelle prigioni israeliane, segni di stupro, altre violenze sessuali, contro uomini e donne,  fame e condizioni igieniche drammatiche. Mentre queste persone continuano a subire abusi disumani, le autorità israeliane hanno pubblicamente rifiutato di conformarsi alla decisione dell’Alta Corte di Giustizia del 7 settembre scorso, che ordinava al governo israeliano di soddisfare gli standard nutrizionali di base per i prigionieri palestinesi”.

Un applauso senza fine saluta l’intervento del compagno Bassam Saleh’. E la parola passa, per le conclusioni, a Fosco Giannini, già Senatore della Repubblica, Coordinatore nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista e del Coordinamento nazionale di “Uniti per il Partito Comunista”.

Non possiamo dire – inizia Giannini- “che questa sia un’assemblea di popolo e di massa, come oggi occorrerebbe, ma ciò che dobbiamo dire è che ognuno di voi, qui, rappresenta una resistenza e da questa resistenza occorre ripartire. La conquista violenta di Israele della Terra di Palestina e l’emarginazione sino all’espulsione dalla propria Terra del popolo palestinese inizia con la Dichiarazione di Balfour, (Balfour era allora Ministro degli Esteri britannico) del 1917, che tra l’latro afferma: ‘la Palestina deve diventare il focolare nazionale del popolo ebraico’. In altri termini: l’imperialismo britannico, dopo la Prima Guerra Mondiale, e su mandato dell’imperialismo mondiale, trasforma la Palestina in un proprio protettorato, per poi stringere un patto con la grande borghesia britannica (la famiglia Rothschild, ad esempio) ed internazionale volto a far si che Israele faccia violentemente propria la Palestina. Il cuore ideologico e fondamentalista dell’operazione ‘tutta la Palestina alla borghesia ebraica’ risiede su di un folle assunto pseudo teologico: è Dio che ha deciso che la Palestina sia la Terra di Israele e per questa ‘volontà di dio’ si possono protrarre massacri, genocidi, assassini di massa, espropri; a questa ‘volontà biblica di Dio’ si può sacrificare un intero popolo, quello palestinese”.

“Dopo il patto scellerato tra imperialismo britannico e capitalismo industriale, bancario e finanziario ebraico che prende corpo alla fine della Prima Guerra Mondiale – prosegue Giannini – sarà l’imperialismo USA a trasformare Israele nel proprio braccio armato, nel proprio cane da guardia in Medio Oriente, e da tutto ciò prendono corpo sia l’orrore sanguinario di Israele che la diaspora e le immense sofferenze del popolo palestinese. Non abbiamo alcun dubbio, oggi, nell’affermare che il genocidio di Israele ai danni del popolo palestinese è il fatto più terribile avvenuto dopo la Seconda Guerra Mondiale. E’ stato cinicamente organizzato, da parte dell’esercito sionista e della politica fascista di Netanyahu, lo sterminio di oltre 70.000 palestinesi, ma l’orrore di Israele si mostra anche in altri modi e in altre forme: pensiamo ai contadini palestinesi, che oggi vorrebbero raccogliere le olive, unico loro sostentamento vitale, e pensiamo ai sodati israeliani che impediscono ai contadini di cogliere il frutto del loro lavoro sparandogli contro e ammazzandoli mentre tentano, disperatamente, il raccolto! Per tutto ciò deve proseguire la nostra lotta a fianco del popolo palstinese!”.

“Le questioni interne del nostro Paese – prosegue Giannini – “si intrecciano con le questioni internazionali. Nel PCI di un tempo, anche nei paesi sperduti nelle montagne, quando il segretario di sezione apriva una discussione cominciava dalle questioni internazionali. Oggi siamo di fronte alla guerra dei dazi di Trump: non è un fatto nuovo, poiché il protezionismo accompagna tutta la storia del capitalismo. Il protezionismo è una belva che si ritrae per poi tendersi allo scatto assassino: la guerra! Dopo la caduta dell’Unione Sovietica il fronte imperialista aveva creduto nella fine della storia. Così non è stato ed oggi, attorno al cardine della Repubblica Popolare Cinese, si è costituito un grande fronte antimperialista che spinge l’imperialismo a contemplare la Terza guerra mondiale come risposta allo stesso declino imperialista. In Italia ci sono più di 140 basi militari NATO, la nostra politica estera è condizionata dall’appartenenza al Patto Atlantico e sia la Meloni che la Schlein sono favorevoli all’aumento delle spese militari imposto dalla NATO. L’Ue impone ai popoli europei dure politiche liberiste; il grande capitale italiano utilizza queste direttive Ue per piegare il movimento operaio; la destra al governo dispiega politiche reazionarie, antioperaie e antidemocratiche; il centro-sinistra finge un’opposizione che non c’è”. “E’ davvero tempo-conclude Giannini – “dell’unità dei comunisti e di un fronte di lotta, di popolo e di massa!”.

Dopo le conclusioni di Giannini, come segno della vitalità e della “magia” della serata, in molti intervengono. Poi tutti assieme a cena, nella stessa sede dell’Arci, con le lasagne e le salsicce umbre preparate a casa, come nelle iniziative operaie e contadine di un tempo, dalla generosa compagna Bianca Alessi, con l’aiuto attento del compagno Gastone Padulano.

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