A cura della Redazione

La Rivoluzione d’Ottobre non si commemora: si rilancia e si pratica nella lotta! Questo è lo spirito con il quale intellettuali e dirigenti comunisti italiani, che ora militano in formazioni diverse ma puntano all’immediata unità d’azione e anche all’unità strategica, partecipano ad una grande manifestazione pubblica a Roma, il prossimo 8 novembre, in Piazza Ugo La Malfa, dalle ore 11 del mattino. Meritoriamente e unitariamente organizzata dalla Federazione del PCI di Roma, la manifestazione pubblica sarà aperta dal Segretario della stessa Federazione, il compagno Daniele Baccarini, da poco eletto in sostituzione della compagna Elisabetta Nardini, recentemente radiata dal gruppo dirigente del PCI. Molti e fortemente rappresentativi gli interventi, nella politicamente “calda” mattinata romana dedicata all’Ottobre di Lenin e all’unità dei comunisti. Scrittori, giornalisti, militanti, dirigenti comunisti e antimperialisti – del PCI e di “Uniti per il Partito Comunista”, della Rete dei Comunisti, di Potere al Popolo, della Sinistra Indipendente e di altre formazioni e movimenti, si confronteranno e interloquiranno con i compagni, le compagne, i lavoratori e i cittadini, che in tanti crediamo, affolleranno Piazza Ugo La Malfa, sui temi che lo stesso titolo della manifestazione chiaramente evoca: “Dalla Rivoluzione d’Ottobre la forza per la trasformazione sociale: UNITA’ DEI COMUNISTI!”.
Per il Movimento “Uniti per il Partito Comunista” interverrà il compagno Fosco Giannini, Coordinatore nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista e membro del Coordinamento nazionale “Uniti per il Partito Comunista”. Fosco Giannini ha anticipato alla nostra Redazione i temi che affronterà: “Tra le grandi lezioni storiche, politiche e teoriche, della Rivoluzione d’Ottobre vi sono quelle della rottura delle ‘leggi’ dogmatiche del marxismo meccanicista e positivista della Seconda Internazionale, per cui la Rivoluzione operaia, degli sfruttati, degli oppressi, si può fare solo nelle condizioni ‘dettate’ dai tempi dello sviluppo capitalista, e dunque in subordinazione al capitale stesso. Con l’Ottobre, come rimarcherà Antonio Gramsci, Lenin pone invece il problema, vincente, dell’irruzione dell’azione soggettiva – degli uomini e delle donne, degli operai e dei contadini, degli intellettuali e dei soldati- nel fluire storico, dirigendolo. Pone e pratica, Lenin, il problema della ‘rottura dell’anello debole della catena’. Pone e pratica il problema della Rivoluzione e dell’organizzazione bolscevica, comunista che la guida: il Partito, il Partito di concezione leninista, che in Italia sarà poi di concezione leninista e gramsciana”.
Giannini proseguirà così il suo intervento: “Oggi, il contesto internazionale (segnato dalla crescente forza dei partiti comunisti del mondo, che governano direttamente un quinto dell’umanità e guidano dall’opposizione ai governi reazionari e liberisti più di un miliardo di lavoratori e proletari su scala internazionale, e segnato dall’imponente crescita del fronte antimperialista dei BRICS-plus che trova il proprio cardine nello sviluppo titanico della Cina socialista), il contesto “legittima” di per sé e oggettivamente, anche nei Paesi ad alto sviluppo capitalista, la lotta comunista, antimperialista, rivoluzionaria. La “legittima” storicamente e oggettivamente anche in Italia. Dove, tuttavia, siamo in presenza di una forte crisi e sostanziale ‘inattività’ del movimento comunista e rivoluzionario. Da qui il compito per i comunisti italiani, come suggerisce lo stesso titolo di questa manifestazione di Roma dell’8 novembre sulla Rivoluzione d’Ottobre: unire i comunisti e le comuniste di questo Paese, superare ogni “spirito di bottega”, ogni, nefasta, inclinazione settaria, tornare al più presto, subito, all’azione di lotta unitaria dei comunisti, alla costruzione – su basi ideologiche comuni e non arlecchinescamente “bertinottiane” – di un unico Partito Comunista, capace di porsi come polo catalizzatore unitario di un più vasto Fronte antimperialista di popolo e di massa. Un Partito Comunista che riunisca la vasta diaspora comunista italiana senza organizzazione e gli stessi comunisti per ora militanti in partiti e gruppi separati. Per un progetto di ricostruzione di un Partito Comunista che “batta in breccia”, come si diceva un tempo, anche tutte le, troppe, inclinazioni autoreferenziali dei gruppi comunisti sparsi, per un progetto unitario e dalla visione strategica rivoluzionaria”.
“La Questione comunista in Italia, concluderà Giannini – “è ancora aperta, nessuna forza o gruppo l’ha già, teoricamente, politicamente, organizzativamente, risolta. Chi crede il contrario, chi crede di averla già da solo risolta ed essere, oggi, l’unica guida comunista, pecca di superbia e, insieme, inanità. E solo l’unità dei comunisti, la loro unità d’azione e di lotta, l’accumulazione delle forze comuniste in una sola formazione politica, che trovi la propria identità rivoluzionaria sulla base di una ricerca politico-teorica aperta, antidogmatica e sempre più legata “allo strato presente delle cose”, è solo una unità dei comunisti che superi gli steccati e i distruttivi settarismi la risposta alla crisi profonda del movimento comunista italiano”.
Dopo Fosco Giannini interverranno Francesco Olivo, di Potere al Popolo e il compagno Giacomo De Angelis, del Comitato Centrale del PCI. Prima delle conclusioni del compagno Walter Tucci, Coordinatore della Segreteria PCI di Roma.
La manifestazione dell’8 novembre a Roma è importante. Potrebbe avere la forza di sollecitare un vasto processo unitario dei comunisti in Italia.
Vi chiamiamo tutti e tutte a partecipare!!!
