Internazionalismo contro Imperialismo. Resoconto del convegno tenutosi il 28 marzo a Napoli.

Di Gianmarco Pisa

Il Convegno è stato anche la prima iniziativa pubblica in Campania di Prospettiva Unitaria, il “cantiere aperto” che si batte contro l’Unione europea, contro l’euro e contro la Nato, contro l’imperialismo e per la pace, per dotare il nostro Paese di un moderno, adeguato, Partito comunista.

Il tema del Convegno, organizzato a Napoli dalle formazioni impegnate nel percorso di Prospettiva Unitaria e svolto per l’intero pomeriggio del 28 marzo negli spazi di GalleRi Art, in Galleria Principe, “Internazionalismo contro Imperialismo. I comunisti contro la propaganda occidentale di ieri e di oggi”, moderato da Giuseppe De Rinaldi, racchiude, nella forma più sintetica, alcune tra le sfide salienti che impegnano i comunisti, e una futura organizzazione politica dei comunisti all’altezza delle sfide del presente.

Così, l’intervento di Erminio Liguori, militante comunista, ha offerto una panoramica della vicenda storica e politica legata al passaggio dalla direzione di Lenin alla direzione di Stalin del movimento bolscevico nella Russia sovietica, prima, e nell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, poi, puntando l’attenzione sui passaggi cruciali nel lungo periodo a cavallo tra l’inizio degli anni Venti e la metà degli anni Cinquanta del secolo passato.

In questo frangente si compiono infatti eventi decisivi e, per molti aspetti, fondativi, della vicenda e del protagonismo, storici e politici, dei comunisti del XX secolo: il compimento della rivoluzione bolscevica e la vittoria contro l’aggressione imperialista e la guerra civile; il progressivo consolidamento delle conquiste dell’Ottobre e i suoi conseguimenti storici (il primo sistema sanitario e sistema scolastico universali; la giornata lavorativa massima di otto ore e il diritto alla pensione come diritto universale per la prima volta; il diritto al divorzio e all’interruzione volontaria di gravidanza; la prima donna ministro nella storia, nella fattispecie Commissaria del popolo per la sicurezza sociale, nella figura di Aleksandra Kollontaj); il lungo e complesso processo di edificazione del socialismo nella Russia sovietica e quindi nell’Urss; la vicenda della direzione staliniana.

E ancora, il processo di edificazione politica e di costruzione e trasformazione economica e sociale rappresentato dall’industrializzazione, dalla collettivizzazione e dalla trasformazione e meccanizzazione della produzione agricola e industriale; fino alla straordinaria vittoria antifascista con la liberazione dei popoli dell’intero continente europeo, una straordinaria epopea costata all’Unione sovietica, principale forza motrice del processo di liberazione antifascista e antiautoritaria del continente europeo, ben 27 milioni di caduti, tra cui 18 milioni di civili, e oltre 70 mila tra città, paesi, villaggi sovietici distrutti o rasi al suolo dalle orde naziste e fasciste.

Tra il 1941 e il 1944 l’Urss impegnò oltre il 70% di tutte le divisioni tedesche; ancora dopo l’apertura del secondo fronte, sul fronte orientale era impegnato circa il 60% delle divisioni tedesche; il contributo sovietico alla sconfitta del fascismo e alla liberazione dell’Europa fu quello in assoluto decisivo e determinante. “Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all’Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita”. La storica massima di Ernest Hemingway non perde di una virgola la sua potenza e la sua attualità.

La strategia di guerra dell’imperialismo contro il socialismo, il movimento dei lavoratori e il movimento di classe è sempre stata contrassegnata da entrambi i fattori, lo scontro aperto sul piano politico e militare e la guerra sul piano culturale, delle narrazioni, degli immaginari, fino alle più clamorose menzogne di guerra. Ciò valeva ieri (si pensi alle propagande legate all’Holodomor, alla “tirannide” stalinista, all’“universo” concentrazionario o alle mistificazioni legate alle campagne antisovietiche di ispirazione trozkista e alle falsità del “Rapporto Chruščëv”); e continua a valere oggi (si pensi ad alcuni tra i casi conclamati, e più recenti, di menzogne di guerra, dalla “strage di Timișoara” del 1989, alle “incubatrici di Saddam” del 1990, al “massacro di Račak” del 1999 fino alle più recenti campagne mediatiche, di volta in volta contro Slobodan Milošević, Mu’ammar Gheddafi, Bashar al-Assad).

L’intervento di chi scrive, coordinatore del MpRC in Campania, ha richiamato, in tal senso, fattori e caratteristiche della guerra di quinta generazione, caratteristica e fenomenologia delle guerre ibride, della guerra mediatica e delle cosiddette “rivoluzioni colorate”, evidenziando appunto tali strategie (guerra aperta, utilizzando il cosiddetto “paradigma umanitario” e strumentalizzando la questione fondamentale della difesa dei diritti umani, o anche destabilizzazioni eversive e rivoluzioni colorate, tornate anche recentemente di attualità, come mostrano i casi della Serbia, della Slovacchia e della Georgia), e segnalando il ruolo dei diversi fattori che servono, direttamente o indirettamente, gli interessi e gli obiettivi dell’imperialismo, come mostra il caso delle Go-Ngo e delle Qua-Ngo, le “pseudo-Ngo” o “quasi-Ngo”, Ong che in realtà nascondono o veicolano precisi interessi governativi, in questo caso statunitensi e occidentali, e che sono uno dei volti del cosiddetto “imperialismo umanitario” in diversi scenari di destabilizzazione o di rivoluzione colorata.

La democrazia stessa è minacciata: Francia (dove il Nuovo Fronte Popolare, pur avendo vinto le elezioni, è relegato all’opposizione), Germania (dove viene impedito il riconteggio completo chiesto dalla BSW di Sahra Wagenknecht), Romania (dove addirittura il risultato elettorale viene annullato dalla Corte costituzionale) sono casi, diversi e recenti, in cui la stessa democrazia formale è compromessa e un’inedita tecnocrazia autoritaria, elitaria e antipopolare, viene affacciandosi potentemente. Come ricorda Lenin in Stato e rivoluzione (1917), se la democrazia formale, migliore involucro per il potere di classe della borghesia liberale, è la forma di dominio del capitalismo in ascesa, la deriva reazionaria e la torsione repressiva (si veda in Italia il ddl 1660) sono la forma di dominio del capitalismo in declino, quando il potere della borghesia è messo in discussione.

La dimensione monopolistica ed elitaria è, in fondo, uno dei contrassegni leniniani dell’imperialismo: non solo il primato del capitale finanziario e la preponderanza dell’esportazione di capitale rispetto all’esportazione di merci (oggi dieci fondi finanziari possiedono oltre il 30% della proprietà delle 500 maggiori imprese del mondo e i due più grandi fondi finanziari gestiscono un valore pari al 20% dell’intero Pil mondiale), ma anche il ruolo centrale dei monopoli e la ripartizione del mondo e dei mercati tra le principali potenze imperialistiche. Anche l’intervento successivo, di Gennaro Thiago Nenna, responsabile di RP Campania, mette in luce le contraddizioni dell’imperialismo, vale a dire del capitalismo del tempo presente, e della sinistra borghese che in realtà agisce di fatto come “truppa di complemento” dell’imperialismo, e rimarca quindi l’esigenza di riprendere la bandiera della mobilitazione a difesa dei lavoratori, delle masse popolari e della sovranità popolare.

Il Convegno è stato anche la prima iniziativa pubblica in Campania di Prospettiva Unitaria, il “cantiere aperto” per l’unità dei comunisti a partire da una comune ispirazione marxista e leninista e da una solida affinità politica e ideologica, che si batte contro l’Unione europea, contro l’euro e contro la Nato, contro l’imperialismo e per la pace con giustizia sociale, per dotare il nostro Paese di un moderno, adeguato, Partito comunista.

Alcuni dei testi di riferimento ai fini della realizzazione del Convegno:

Lenin V.I.U., Stato e rivoluzione. La dottrina marxista dello Stato e i compiti del proletariato nella rivoluzione, in Opere, vol. 25, Editori Riuniti, Roma, 1967, n. e. Donzelli, Roma, 2017.

Grover Furr, Kruscev Mentì, ed. or. Erythros Press and Media, Kettering, Ohio, 2011, ed. it. La Città del Sole, Napoli, 2013, n. e. ind. pub. 2023.

Albert Kahn, Michael Sayers, La grande cospirazione: la guerra segreta contro la Russia sovietica, ed. or. Little Brown and Company, New York Graphic Society, Boston, 1946, ed. it. Einaudi, Torino, 1948, n. e. ind. pub. 2024.

Joseph Davies, Missione a Mosca, ed. or. Pocket Books, 1943, ed. it. Mondadori, Milano, 1946, n. e. Read Books, 2007.

Anna Louise Strong, L’era di Stalin, ed. or. Mainstream Publishers, New York, 1956, ed. it. La Città del Sole, Napoli, 2004, n. e. La Città del Sole – Zambon, 2006.

Domenico Losurdo, Stalin. Storia e critica di una leggenda nera, con un saggio di Luciano Canfora, Carocci, Roma, 2015. 

Domenico Losurdo, Il marxismo occidentale. Come nacque, come morì, come può rinascere, Laterza, Roma-Bari, 2017.

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