Di Sandro Valentini dalla sua pagina facebook https://www.facebook.com/share/p/1BJWfUnBa7/

Sulla metamorfosi del giovane Mussolini socialista, amico di Pietro Nenni e uno dei protagonisti della settimana rossa in Romagna, a fondatore del fascismo gli storici hanno scritto libri su libri. Una metamorfosi non solo individuale ma anche come risultato di un contesto storico che ha prodotto grandi mostruosità. Non dobbiamo meravigliarci. Il discorso di Vecchioni a Piazza del Popolo è un segnale inquietante di tale metamorfosi. La sua visione della cultura, occorre dire, è a sostegno del concetto del “bel giardino europeo” assediato da un mondo di barbari.Insomma, ancor prima che in termini politici, economici e sociali vi è in lui l’idea “culturale”del rifiuto, della negazione di un ordine mondiale multipolare. La cultura è superiore, siamo la migliore società, nessuno ha la nostra storia. Da qui già emerge una concezione razzista e fascista brodo su cui si è formato il fascismo. Buffa è poi la sua interpretazione della cultura europea. La Russia, che negli ultimi tre secoli ha prodotto alcuni dei più grandi geni in tutti i campi dell’arte, non è minimamente presa in considerazione, non è parte integrante della cultura europea. Il ragionamento si potrebbe allargare a tutto l’Occidente, come se la cultura delle due Americhe, non ne faccia parte. E allargando ulteriormente il ragionamento, le civiltà e le culture orientali millenarie, come quella giapponese, cinese, o araba, siano a giudizio di Vecchioni barbare, di serie B. Poi pare che la cultura e l’arte siano solo progressiste, oggi democratiche e antifasciste. Non so, in questo suo schema, dove Vecchioni colloca due dei più grandi poeti della seconda metà del secolo scorso: Pound ed Elliot, che certamente non erano democratici. E per restare alle piccole cose di casa nostra, lui che è un cantautore dove pone artisti come Califano e Battista?
Ora è già estremamente grave sostenere un progetto di riarmo della UE per 800 miliardi di euro, con tutte le drammatiche conseguenze economiche e sociali, solo per fare un enorme regalo alle oligarchie finanziarie. Un sostegno così acritico e scellerato ma i difensori della superiorità della civiltà europea si dividono fittiziamente solo sul modo, difesa comune o riarmo dei 27 Stati. Il ragionamento di Vecchioni va ben oltre all’accettazione di politiche di riarmo, militaristiche, contro la Russia e pare anche contro gli Usa di Trump. Indica, e non solo lui, un’etica della cultura militaristica per forgiare i giovani, del nazionalismo, di forti rigurgiti colonialisti. Tutti “valori” che dalla entità nazionale, come la intendeva il fascismo, si trasferiscono nella difesa di questa reazionaria UE, erede dell’Europa coloniale, razzista e guerrafondaia. Una UE che si batte ferocemente contro tutto il mondo che chiede un nuovo ordine multipolare. L’antifascismo di facciata diviene così il nuovo fascismo. Siamo “un popolo di poeti, di santi, di navigatori”, proclamava il Duce. Oggi basta sostituire “un popolo” con “popoli europei” e il gioco è fatto.
Le luci a San Sirio sono spente. Il tuo Vecchioni non è solo un brutto scivolone. Tu sei oggi il nuovo fascismo partorito dai liberal progressisti come la vecchia borghesia liberale partorì il fascismo. Sulle metamorfosi la storia insegna. Un insegnante di storia e filosofia, di latino e di greco, come te lo dovrebbe sapere. Ma cosa hai insegnato ai ragazzi?
