
No alla guerra dell’UE! Alle forze comuniste, antimperialiste, che lottano per la pace: UNITI NELLE PIAZZE!
Molti, anche in occidente, cominciano a comprendere come la guerra russo-ucraina sia iniziata ben prima dell’intervento russo il 22 febbraio 2022. Ma iniziò con il colpo di stato delle forze nazifasciste ucraine appoggiate dagli USA, dalla NATO e dall’UE con EuroMaidan nel 2013-2014) contro il legittimo governo Janukovyc contrario all’entrata dell’Ucraina nell’UE e nella NATO; proseguì, per otto anni, con l’orrendo massacro perpetrato dall’esercito e dai battaglioni nazifascisti ucraini contro il popolo del Donbass “colpevole” di aver scelto, in un legittimo referendum, di non far parte dell’Ucraina fascistizzata e prese ancor più corpo sia con il boicottaggio, da parte di Kiev, degli accordi di pace di Minsk (2014,) che attraverso la trasformazione, sul terreno, dell’Ucraina in una grande base militare NATO dotata di testate nucleari in grado di colpire Mosca in 8 minuti.
Dopo l’operazione russa, immenso è stato il sostegno economico-militare all’Ucraina del fronte USA-UE-Gran Bretagna: circa 350 miliardi di dollari. Nonostante questo, la Russia ha vinto sul campo il conflitto militare. Ed è sulla base di questa sconfitta subita che Trump ha deciso la fine dell’impegno militare avviando con Putin un progetto di pace.
Chi mette in discussione, oggi la pace?
È l’Unione Europea, nel suo irresponsabile appoggio a Zelensky. Quell’UE che aveva già speso circa 150 miliardi di dollari a favore della dittatura di destra ucraina (l’Italia circa 2,5 miliardi) e che ora punta a raccoglierne, per Kiev, altri 800. E ciò attraverso un rialzo della spesa militare di ogni Paese dell’UE, in rapporto al PIL, dal 2 al 3,5% e con ulteriori e duri tagli al lavoro e alle spese sociali, a partire dalla distruzione finale della Sanità pubblica e dell’Istruzione.
Il progetto di riarmo dell’UE è stato così delineato dal Centro Bruegel: altre 250 Brigate militari, altri 300 mila soldati, 1500 carri armati, 2mila veicoli da combattimento e 700 pezzi di artiglieria pesante. Un grande arsenale che dovrà aggiungersi alle 290 testate nucleari francesi e alle 225 britanniche.
Un riarmo generale rivolto contro la Russia, che può portare i popoli europei alla guerra e che certamente li sottometterà ad altre e gravi, a cominciare dal popolo italiano, sofferenze sociali.
– Il governo Meloni e il Partito Democratico sono uniti nella subordinazione a questa UE di guerra e alla NATO!
– Prospettiva Unitaria per il Partito Comunista dice NO!!!
– No al riarmo dell’Italia e dell’UE! No alla guerra!
– Vogliamo un’Italia di pace fuori dalla NATO e dall’UE!
