La Giustizia in un pericoloso meccanismo funzionale per i mercati finanziari.

Di Gianclaudio Vianzone MpRC Piemonte

La pressante pulsione verso l’irrigidimento della giustizia, come richiama il Manifesto di qualche giorno fa, non è un fenomeno solo italiano, ma appunto una dinamica mondiale.

Tale dinamica è parte di un principio globalizzante che parte da lontano. Più volte, personaggi illustri, talvolta in buona fede, hanno richiamato il Governo unico mondiale. Ma detta convinzione, che covava già dal secolo scorso in seno a coloro che guidano l’economia e la finanza mondiali, è legata fortemente alla convinzione di costoro che la possibilità di controllo delle popolazioni si assoggetti alla normalizzazione condizionata e conduca pacatamente verso un regime di apparente democrazia ma in realtà totalitario.

Il principio su cui si fonda è esattamente quello ben rappresentato da Diego Giannone nel sul libro “La democrazia neoliberista”. Un testo che evidenzia quanto tale progetto sia gestito dalla Freedom House americana e che attraverso l’agire di tale struttura manovra enti quali il FMI o l’OMS. Enti  che attraverso il proprio status, condizionano tutti i Paesi già controllati dai gestori americani del Web.

Chi ha abbastanza memoria, può ricordare come in Italia già dagli anni del Venerabile Gelli, con il piano di Rinascita Nazionale si ponevano principi conformi alla linea di pensiero di quei soloni americani, in ordine al controllo sociale.

Ciò che deve far riflettere è quanto tutto ciò sia favorito dalla frammentazione sociale che si è creata con la spinta individualista degli ultimi trent’anni, che di fatto ha solo creato più egoismo  – come già rilevava Popper – e confusione nei più giovani.

E’ evidente che il vecchio “dividi et impera”  si è globalizzato e fatta salva la parte di mondo che si esime dal controllo americano, ha creato gli evidenti danni che questa scuola di pensiero neoliberista sta creando. Continuando peraltro a irrigidire le istituzioni e abbattendo le sovranità nazionali, mentre si amplia la speculazione sui Paesi più poveri. 

Una speculazione, che come indica bene Saitō Kōhei nel testo “Il capitale nell’antropocene” sfrutta al meglio le proprie giustificazioni solidaristiche.

Si può così considerare come l’irrigidimento di uno strumento come la giustizia, apparentemente creato come assoggettamento all’esecutivo di fatto sia ben più gravemente, come dimostra l’aggressività economica di Trump e la nomina di Musk, come il porre la giustizia al servizio del potere economico.

In una situazione che inganna e che richiama il detto Zen “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito ” , ci si preoccupa di guardare a quanto sta accadendo in Italia, ma il problema è ben più ampio e solo una coscienza sociale collettiva può arginarne il dilagare.

Il fatto stesso poi, che a differenza della Francia, quando accadono tali fatti nel nostro Paese, a manifestare sono solo le categorie interessate dal provvedimento peggiorativo, fa comprendere come sia ben più facile adottare tali provvedimenti in Italia.

Ecco allora che prendere coscienza di ciò, può far capire quanto la banalizzazione, favorita dal decadimento etico della maggior parte dei media, possa essere il lubrificante per trasformare uno strumento delicato come la giustizia in un pericoloso meccanismo funzionale per i mercati finanziari.

Ricostruendo quella che una volta veniva chiamata cultura, poiché scevra dalle esigenze neoliberiste di asservire la scuola al mercato del lavoro, si può recuperare quella capacità critica ed analitica dei giovani, che da un quarto di secolo si è ridotta unitamente alle capacità intellettive. Un dato sconfortante  (vds I.Faggiano – Il quoziente intellettivo è in calo: ecco cosa sta accadendo alla nostra intelligenza – 2021 da https://www.sanitainformazione.it) che indica con chiarezza quale sia stato anche il piano di destrutturazione dei programmi scolastici.

Ben chiara era quindi la denuncia di Touraine, quando indicava che tutto ciò che promana dal Neoliberismo e fondamentalmente attraverso la  globalizzazione, causa lo scoppio della società per dissociazione dei meccanismi economici. Così privando la possibilità di un’interazione con le parti sociali, ma ancor più gravemente, che tale meccanismo ha diffuso a livello mondiale il proprio veleno. Ciò lo si vede proprio da un ritorno a società che con un capo autoritario, ribadisce Touraine, si chiudono su sé stesse e torna così il diffidare e rifiutare chi ne è esterno. Si crea una separatezza che segna una regressione sociale e l’acuirsi di conflittualità, che riporta in evidenza l’ininfluenza dei Paesi più piccoli e meno facoltosi economicamente, trainati nei conflitti bellici loro malgrado. Così si evidenziano con maggior chiarezza le guerre che sono scoppiate recentemente e che di fatto sono solo finalizzate a risollevare un’economia americana che dopo aver schiacciato quella europea – anche grazie ai tanti ex appartenenti al FMI come chi dirige la Banca Europea – tenta di uscire dalla supremazia economica del Brics.

In conclusione, la Giustizia va tutelata sia dalle brame di potere politico sia da quelle finanziarie, senza dimenticare che quel termine non è abbinabile alla parola “padrone” e solo con un’indipendenza reale della Magistratura si può parlare di democrazia.

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