Ernesto “Che” Guevara a Roma

di Alessandra Ciattini

Lo scorso 12 febbraio, presso l’Ambasciata di Cuba a Roma, si è tenuto un interessante convegno, nel corso del quale sono state presentate le ultime pubblicazioni del Centro de Estudios Che Guevara dell’Avana, che promuove lo studio del pensiero, della vita e dell’opera del grande rivoluzionario cubano assassinato nell’ottobre del 1967 in Bolivia.  Obiettivo del Centro, diretto dalla moglie del “Che”, Aleida Arch de la Torre, è quello di alimentare e diffondere la conoscenza del grande contributo dato dal” Che! all’ancora valido progetto di emancipare l’uomo dalla servitù capitalistica, di mostrare la validità della sua eredità teorica, pratica ed etica alle presenti e alle future generazioni non solo nell’isola caraibica, ma anche nelle più vaste regioni del mondo.

Al convegno hanno partecipato un numeroso pubblico e la Dr.ssa Maria del Carmen Ariet García, coordinatrice del Centro, la quale ha illustrato le attività di ricerca e di pubblicazione fin qui condotte. Il 14 giugno 2023 alla Casas de las Americas (L’Avana), in occasione del novantacinquesimo della nascita del rivoluzionario argentino, era stata già presentata l’Antologia generale Ernesto Che Guevara, nella quale sono raccolti i frutti del lavoro più che ventennale dei ricercatori del Centro, ed era quella solo una prima fase del Progetto editoriale complessivo, scaturito dalla collaborazione con le case editrici Ocean Press / Ocean Sur. A questo importante lavoro ha anche partecipato la professoressa Disamis Arcia Muñoz.

Grazie a questa pubblicazione e al meticoloso lavoro di Aleida March de la Torre e di María del Carmen Ariet García sono stati messi a disposizione di studiosi e lettori documenti inediti, custoditi negli archivi personali, conservati nel Centro, il cui valore è stato riconosciuto nel 2013 dall’Unesco, che li ha inclusi nel suo programma Memoria del Mondo. Il Centro non intende limitarsi alla pubblicazione degli scritti del “Che”, ma è impegnato anche in un’opera di divulgazione, che si concreta in conferenze, seminari, attività collettive.

In particolare, la Dr.ssa Ariet García si è soffermata a lungo sul volume, pubblicato nel 2020, intitolato Contar desde la épica del tiempo: Biografía del Che en facsimilares, che presenta un autoritratto ricostruito attraverso manoscritti e documenti inediti, che ci fanno conoscere i momenti significativi della sua vita, ci parlano dei suoi sentimenti, delle sue percezioni e dei suoi interrogativi. Le immagini dei documenti riprodotti sono molte varie, appartengono a vari momenti della vita del “Che” e vanno dalle lettere ai suoi familiari, ai riferimenti alle letture che faceva, seguiti dai Quaderni filosofici, che cominciò a scrivere a 17 anni. Questi ultimi documentano il suo desiderio di conoscere e di indagare per svilupparsi intellettualmente e umanamente, desiderio che si esprime anche nei suoi celebri viaggi lungo il continente latino-americano, sentito fortemente come la propria patria e la propria terra.

Altri documenti ci illustrano la sua delusione dinanzi al colpo di Stato in Guatemala del 1954, il suo trasferimento in Messico dove, in seguito all’incontro con Fidel Castro, si deciderà la sua vita. Eventi che egli rievoca scrivendo alla madre: “Por la vida he pasado buscando mi verdad…”. E in effetti vedremo poi il “Che” ministro dell’Industria pienamente impegnato nella costruzione del socialismo, studiando la matematica, Il Capitale, dibattendo con economisti di tutto il mondo sulla società di transizione, sull’uomo nuovo, sulla necessità di cancellare la legge del valore.

Una vita veramente intensa, traversata anche dalla partecipazione alle lotte coloniali in Africa e alla guerriglia in Bolivia, di cui resta l’indimenticabile Diario del Che in Bolivia.

Dal punto di vista teorico, a mio parere, due aspetti della riflessione del “Che” dovrebbero meritare una maggiore attenzione: l’accento posto sulla dimensione etica del socialismo e il suo contributo all’individuazione dei caratteri della società di transizione.

Questo convegno era stato preceduto dall’inaugurazione del primo monumento del “Che” a Carrara, avvenuta il 31 gennaio, che insieme alla divulgazione della sua opera dovrebbe aiutarci a comprendere la sua figura non come una mera icona mitologica, ma come l’ideatore di concreti progetti per il nostro futuro.

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