Ancora una volta e sempre contro la guerra, contro l’imperialismo, per la pace, e per la salvezza dell’umanità.

20 novembre 2024. Comunicato del Movimento per la Rinascita Comunista.

È in corso un’inquietante, drammatica, pericolosissima escalation nella guerra che gli Stati Uniti e la Nato, ormai sempre meno “per procura” e sempre più nella direzione di un confronto militare diretto, hanno scatenato contro la Russia.

A metà novembre il presidente Usa Joe Biden, ormai a fine mandato e senza alcuna legittimità “politica”, dà il via libera e i missili Usa Atacms nordamericani bombardano la base militare di Brjansk, in Russia. Il 19 novembre, già forte del nuovo appoggio da parte di Biden, il capo del regime di Kiev, Zelensky, il cui mandato “presidenziale” è scaduto peraltro lo scorso 20 maggio e che quindi risulta, oltre che “politicamente”, anche formalmente illegittimo, interviene da remoto al Parlamento europeo chiedendo che l’intera Ue entri direttamente in guerra contro la Russia e ne bombardi il territorio in profondità.

Il 20 novembre, contro la Russia, vengono lanciati i missili britannici Storm Shadow, capaci di colpire obiettivi sino a 250 km. di distanza. Lo stesso giorno gli Usa decidono di fornire all’esercito ucraino le mine antiuomo, una decisione allarmante, che peraltro rende del tutto evidente, ove mai ve ne fosse ancora bisogno, la violenza, la brutalità, il cinismo, il disprezzo della vita, non solo dei russi ma degli ucraini stessi, da parte della potenza nordamericana, dal momento che le mine antiuomo causano effetti duraturi e terribili sulla popolazione civile e sono per questo vietate dalle Convenzioni internazionali.

L’Ucraina stessa è uno degli oltre 160 Paesi firmatari della Convenzione di Ottawa che appunto vieta l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di questo tipo di mine.

La guerra Usa-Nato contro la Russia è ormai dichiarata e praticata ed è ormai un conflitto che minaccia di estendersi a vero e proprio conflitto mondiale, perfino con la minaccia nucleare e la paventata distruzione dell’intera umanità.

Il mondo è sull’orlo di un conflitto mondiale e di una guerra nucleare, e colpisce drammaticamente l’inerzia delle forze della pace, impegnate da sempre nella lotta per la pace e contro la guerra, che pure cercano di produrre iniziativa e mobilitazione, ma che faticano a sviluppare convergenze e lotte capaci di produrre una vera e propria, autorevole e forte, reazione di massa contro la guerra.

Il Movimento per la Rinascita Comunista (MpRC) condanna senza reticenze la guerra imperialista contro la Russia, denuncia la spinta oggettiva alla Terza guerra mondiale proveniente dal fronte imperialista guidato dagli Usa, e mette a fuoco le questioni che hanno portato a questo tragico quadro generale:

– il golpe violento di Euromaidan, attivamente sostenuto da Stati Uniti e Unione Europea, che portò alla caduta del presidente ucraino legittimo, Viktor Janukovyč, nel febbraio 2014;

– la drammatica escalation militare e poi la guerra civile scatenata dal regime di Kiev dopo il golpe di Euromaidan contro le popolazioni, principalmente di lingua e cultura russa, nel Donbass, sin dall’aprile 2014, e il cui inizio convenzionale data con l’annuncio dell’allora presidente ucraino, Oleksandr Turčynov, di una vasta operazione militare presuntamente “anti-terrorismo” contro i civili nel Donbass;

– le continue violenze contro le popolazioni di lingua e cultura russa ma anche contro le opposizioni democratiche e le forze comuniste e progressiste, da parte del regime di Kiev, peraltro sempre più profondamente abitato e condizionato da forze esplicitamente naziste e neonaziste, da Svoboda a Pravy Sektor, sino al battaglione Azov e quant’altri: basti considerare che il già citato ex presidente Oleksandr Turčynov veniva dalle fila della destra nazionalista e in quello stesso periodo a capo del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa vi era Andrij Parubij, che nel 1991 era stato fondatore, per intenderci, del Partito nazional-socialista di Ucraina, partito nazista da cui sarebbe nato successivamente Svoboda;

– la violazione da parte del regime di Kiev dei due accordi di Minsk, rispettivamente del settembre 2014 e del febbraio 2015, con la pesante complicità dell’imperialismo occidentale, se è vero che la stessa Angela Merkel, nel dicembre 2022, dichiarò che quegli accordi, per le cancellerie occidentali, servivano solo a “dare tempo” a Kiev e consentirle di “rafforzarsi” nell’ottica di un’offensiva contro la Russia;

– la messa al bando del Partito Comunista Ucraino nel 2015 e di altri 11 partiti politici nel 2022, provvedimenti con i quali praticamente l’intera opposizione è stata bandita e messa fuorilegge dal regime di Kiev, con buona pace dei sostenitori occidentali della “libertà” e della “democrazia liberale”;

– il rifiuto, da parte Usa e Nato, di qualunque dialogo con la Russia per una soluzione della situazione di tensione e di conflitto nella regione, in particolare nel periodo tra novembre 2021 e gennaio 2022, rifiuto che, unito alla costante minaccia legata alla presenza di istallazioni militari Usa e Nato a ridosso dei confini della Russia, è tra i principali motivi dell’inizio dell’operazione militare del febbraio 2022;

– e ancora, a guerra in corso, nella primavera del 2022, e precisamente tra l’inizio di febbraio e la metà di aprile 2022, il sabotaggio da parte occidentale dei negoziati tra Russia e Ucraina, che pure sembravano andare verso un’intesa di massima intorno ad alcuni punti, quali, ad esempio, che l’Ucraina sarebbe diventata permanentemente uno Stato neutrale e senza armi nucleari, avrebbe rinunciato all’adesione alla Nato e ad altre alleanze militari, avrebbe potuto avviare un percorso di adesione alla Ue, ma avrebbe rinunciato alla presenza di basi e truppe straniere sul proprio territorio, e come garanti dell’intesa, Stati uniti, Federazione russa, Repubblica popolare cinese, Francia, Gran Bretagna, Canada, Germania, Israele, Italia, Polonia e Turchia.

È molto chiaro, dunque, tra sostegno a violenti colpi di stato, sostegno a guerre contro la popolazione civile in Donbass, appoggio a misure profondamente anti-democratiche e anti-costituzionali intraprese dal regime di Kiev, sostegno diretto e indiretto a forze dichiaratamente naziste e neonaziste, continua presenza ed espansione militare e continuo avanzamento di installazioni e infrastrutture militari della Nato a ridosso dei confini con una chiara postura offensiva e di minaccia alla sicurezza nazionale della Federazione russa, è molto chiaro, si diceva, su quale lato del fronte di guerra pesino le principali, più gravi e più pesanti, responsabilità della guerra in corso e della escalation in atto che minaccia non solo di colpire la Russia ma di mettere in gioco, con lo spettro nucleare, il destino stesso dell’umanità.

E a proposito del nucleare: se la nuova dottrina russa prevede il ricorso all’arma nucleare solo “in risposta” all’uso di armi nucleari o di altre armi di distruzione di massa contro la Russia o ad atti di aggressione con armi convenzionali tali da minacciare “in termini esistenziali” la sovranità o l’integrità territoriale del Paese, è la dottrina statunitense a prevedere invece la criminale possibilità del “primo colpo” nucleare, vale a dire il “diritto di utilizzare” per primi le armi nucleari in caso di conflitto.

Di fronte a tutto questo, lotta per la pace, contro l’imperialismo, per la democrazia, contro l’egemonismo e per un mondo multipolare, per la cooperazione e l’amicizia tra i popoli, e per la sopravvivenza stessa dell’umanità e dell’ecosistema, sono, a tutti gli effetti, la medesima lotta. 

Perciò, come Movimento per la Rinascita Comunista, parte integrante del più ampio movimento contro la guerra, contro l’imperialismo, e per la pace, avanziamo un appello a tutte le forze sinceramente e autenticamente democratiche:

per una mobilitazione unitaria, continuativa, e di massa contro la guerra e contro l’imperialismo;

per la fine della presenza militare Usa e Nato in Italia, contro le basi, e per l’uscita dell’Italia dalla Nato;  

per la ripresa e il rafforzamento della lotta, per la pace e la democrazia, dei lavoratori e delle lavoratrici, di fronte alla sempre più pesante saldatura di “fronte esterno” e “fronte interno”, contro l’aumento delle spese militari e la militarizzazione sempre più pervasiva di territori, scuole, università, ricerca e spazio pubblico,e contro il disegno repressivo scatenato dal governo delle destre, in particolare, ma non solo, con l’approvazione del famigerato decreto “sicurezza” (ddl 1660) che mira a colpire ogni tipo di protesta e di dissenso e a tentare di criminalizzare ogni forma di mobilitazione, lotta, confitto sociale.

Non passeranno!

Immagine: Kevin Dooley, No war, 5 marzo 2007, CC BY 2.0 via flickr.com.

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