Se da un lato è particolarmente urgente e necessario sostenere e sviluppare la lotta contro l’antisemitismo e, in generale, contro ogni forma di razzismo, xenofobia, intolleranza su base etnica o religiosa, dall’altro lato vanno segnalate la problematicità e la criticità dei contenuti della risoluzione recentemente approvata al Parlamento tedesco, che solo la BSW di Sahra Wagenknecht ha avuto il coraggio di respingere.
di Gianmarco Pisa

Con il titolo “Mai più, è adesso – proteggere, preservare e rafforzare la vita ebraica in Germania”, i deputati tedeschi della coalizione semaforo, SPD, Verdi e FDP, insieme con la CDU/CSU, hanno presentato una mozione (20/13627) di iniziativa contro l’antisemitismo. Nella prima sessione plenaria dopo la formalizzazione della crisi di governo, con la fine di fatto della “coalizione semaforo”, il Bundestag ha approvato a larga maggioranza la mozione, un testo non giuridicamente vincolante, ma che potrebbe avere un impatto politico non secondario a più livelli (politico, amministrativo, accademico, nella scuola e nei media). Hanno votato a favore in pratica tutti i gruppi dell’arco parlamentare tedesco, come detto la SPD, i Verdi, la FDP, la CDU/CSU e anche l’estrema destra dell’AfD. Il gruppo della Linke si è astenuto, mentre è assai significativo osservare che l’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit) è l’unica ad avere votato contro.
Ora, se da un lato è particolarmente urgente e necessario sostenere e sviluppare la lotta contro l’antisemitismo e, in generale, contro ogni forma di razzismo, xenofobia, intolleranza su base etnica o religiosa, e quindi ancora contro antisemitismo e islamofobia, dall’altro lato vanno segnalate la problematicità e la criticità dei contenuti della risoluzione, che dunque solo la BSW, la Bündnis Sahra Wagenknecht, come detto, ha avuto il coraggio di respingere. Diversi sono i punti problematici o controversi della risoluzione. Questa, ad esempio, collega la recrudescenza antisemita agli eventi del 7 ottobre, ma volutamente tace di fronte alla violenza e alla disumanità dell’aggressione dello Stato di Israele contro Gaza e del genocidio compiuto dallo Stato di Israele contro la popolazione palestinese di Gaza: “Dal crudele attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, abbiamo assistito in Germania all’odio verso gli ebrei e all’antisemitismo legato a Israele a un livello mai visto da decenni. L’aumento degli atteggiamenti e delle azioni antisemite è profondamente inquietante”. Peraltro, la risoluzione enfatizza anche la richiesta di “continuare a sostenere attivamente l’esistenza e i legittimi interessi di sicurezza dello Stato di Israele come principio centrale della politica estera e di sicurezza tedesca”.
La risoluzione effettua una paradossale equiparazione tra forme di antisemitismo sbrigativamente designate “di destra” e “di sinistra”: “Lo sviluppo di tale fenomeno a partire dal 7 ottobre 2023 può essere ricondotto a un antisemitismo sempre più aperto e violento negli ambienti estremisti di destra e islamici, nonché a un approccio relativizzante e ad un crescente antisemitismo antimperialista di sinistra”. Vi si adombra cioè una equiparazione di fatto tra “antisemitismo” e “antisionismo”, fenomeni completamenti distinti, su cui la ricerca sociale ha già posto punti fermi, ma intorno ai quali evidentemente prosegue la strumentalizzazione politica. Altrettanto arbitrariamente, la risoluzione stigmatizza con contenuti velatamente islamofobici una presunta matrice islamica della recrudescenza antisemita: “Negli ultimi mesi è diventata evidente la portata spaventosa dell’antisemitismo, che trova fondamento nell’immigrazione dai Paesi del Nord Africa e del Vicino e Medio Oriente, dove l’antisemitismo e l’ostilità verso Israele sono diffusi, anche a causa delle spinte islamiste e dell’indottrinamento anti-israeliano”. Se, per un verso, “il Bundestag riafferma le norme di bilancio per l’assegnazione di fondi per i beneficiari di sovvenzioni federali sulla base del loro ordinamento libero e democratico”, per l’altro, con una misura sostanzialmente restrittiva, “ribadisce la sua decisione di garantire che nessuna organizzazione o progetto che diffonda l’antisemitismo, neghi il diritto all’esistenza di Israele, chieda il boicottaggio di Israele o sostenga attivamente il movimento BDS, sia sostenuto finanziariamente”.
Non meno controverso il riferimento alla cosiddetta «definizione operativa di antisemitismo» promossa dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance, Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto): “Il governo federale è invitato a sollecitare i Länder e i comuni ad attuare normative adeguate e, se non l’hanno già fatto, a fare riferimento e utilizzare la definizione di antisemitismo dell’IHRA”. “Sarebbe utile includere la lotta contro l’antisemitismo nei programmi di studio, formare di conseguenza gli insegnanti e nominare funzionari contro l’antisemitismo nelle università a tutti i livelli. In considerazione dei crescenti episodi di antisemitismo […] il Bundestag invita il governo a sollecitare i Länder affinché effettuino una revisione delle leggi universitarie per individuare lacune e adeguamenti nel senso delle necessarie opzioni sanzionatorie”.
La definizione di antisemitismo dell’IHRA consta di due parti. Nella prima parte la definizione è così formulata: «L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto». Nella seconda parte figurano degli esempi che servono a comprendere tale definizione in particolare nei suoi risvolti applicativi. Alcuni punti sono tuttavia molto generici e si prestano pertanto a facili, quanto indebite, strumentalizzazioni. Si specifica ad esempio che le manifestazioni di antisemitismo possono avere “come obiettivo lo Stato di Israele in quanto concepito come collettività ebraica”. “Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non richiesto a nessun altro stato democratico”. “Accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele o a presunte priorità degli ebrei nel mondo che agli interessi della loro nazione”. Israele è uno Stato artefice di specifiche iniziative e di specifiche misure: è dunque ancora possibile criticarlo?
La rettrice dell’Institute for Advanced Study (Berlino) Barbara Stollberg-Rilinger ha affermato che la definizione di antisemitismo dell’IHRA è vaga e “questo la rende incredibilmente vulnerabile agli abusi”. Ha inoltre avvertito che l’accusa di antisemitismo si presta “a mettere a tacere e diffamare gli oppositori politici”. Per questo, altrettanto coraggiosa è l’iniziativa intrapresa da numerose personalità del mondo accademico, intellettuale e culturale (non solo) palestinese che hanno deciso di fare chiarezza con una lettera aperta (29 novembre 2020) contro l’uso distorto e strumentale che troppo spesso viene fatto della definizione e della interpretazione del termine antisemitismo e a favore del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, a partire dalla libertà e dalla autodeterminazione. Un’iniziativa meritoria, perché centra l’obiettivo di fare chiarezza sull’uso delle parole, che costituisce uno degli aspetti più delicati e sostanziali del discorso pubblico e della battaglia politica, al tempo stesso un veicolo di costruzione di egemonia politica e culturale nella società e uno strumento di costruzione di lotta politica e articolazione del consenso. Un’iniziativa coraggiosa, perché sfida le manipolazioni mediatiche, le costruzioni artificiose di senso, persino senso comune e tabù, che troppo spesso, usati in maniera distorta e strumentale, finiscono per paralizzare, inibendo libertà di espressione e di attivazione sociale.
Ma quali sono i termini fondamentali dell’iniziativa assunta dagli intellettuali (non solo) arabi e palestinesi?
Il principale punto di forza della lettera è la chiarezza: si centra l’obiettivo, puntando al cuore della questione. Tale nucleo non è tanto la definizione di antisemitismo in sé bensì l’uso troppo spesso distorto e strumentale che se ne fa. Non ci può essere nessuna esitazione nella condanna di ogni forma di antisemitismo, purtroppo tuttora presente, nelle nostre società, dagli Stati Uniti all’Europa, l’Europa continentale, l’Europa centro-orientale, ma anche in Italia. Giustamente la lettera puntualizza che «l’antisemitismo si manifesta attraverso generalizzazioni e stereotipi indiscriminati sugli ebrei, riguardanti in particolare il potere e il denaro, insieme a teorie del complotto e alla negazione dell’Olocausto». E giustamente, senza mezzi termini, esordisce ribadendo che «l’antisemitismo deve essere smascherato e combattuto; indipendentemente dai pretesti, nessuna espressione di odio per gli ebrei in quanto ebrei dovrebbe essere tollerata in nessuna parte del mondo».
Si tratta di una posizione intorno alla quale non possono che unirsi tutte le soggettività democratiche, tutti i sinceri democratici, tutti gli amanti della pace con giustizia. Per i/le comunisti/e, che sono stati e sono sempre in prima fila nella lotta contro ogni forma di suprematismo e di fascismo, di teorie e prassi politiche basate su presunti e assurdi primati di etnia o di cultura, e che hanno dato il contributo più alto, di lotta e di vite, per liberare l’Europa dalla barbarie del fascismo e del nazismo e dall’orrore della persecuzione e della segregazione, questa posizione ha ancora più valore, corroborata dalla lezione della storia e dalla pratica quotidiana della lotta politica. Anche per questo non si può accettare nessuna banalizzazione della gravità dell’antisemitismo e della tragedia della Shoah e, al contempo, nessuna strumentalizzazione dell’antisemitismo e della stessa tragedia della Shoah per interessi politici. Se, per un verso, è indispensabile la lotta contro ogni rigurgito antisemita, per l’altro, tale battaglia deve valere sempre, deve essere affrontata in termini di principi, non può essere piegata a interessi – di questa o quella parte – onde evitare di vanificare il suo scopo.
È questo l’ulteriore punto di forza della lettera aperta: «Negli ultimi anni la lotta contro l’antisemitismo è stata sempre più strumentalizzata dal governo israeliano e dai suoi sostenitori nel tentativo di delegittimare la causa palestinese e mettere a tacere i difensori dei diritti dei palestinesi»; mai la lotta contro l’antisemitismo può essere trasformata «in uno stratagemma per delegittimare la lotta contro l’oppressione dei palestinesi, la negazione dei loro diritti e la continua occupazione della loro terra». È la stessa chiarezza che torna nel primo punto della lettera: «La lotta contro l’antisemitismo deve essere condotta nel quadro del diritto internazionale e dei diritti umani. Dovrebbe essere parte integrante della lotta contro tutte le forme di razzismo e xenofobia, compresi l’islamofobia e il razzismo anti-arabo e anti-palestinese. Lo scopo di questa lotta è garantire libertà ed emancipazione a tutte le categorie oppresse. Orientarlo verso la difesa di uno Stato oppressivo e rapace costituisce un profondo stravolgimento». Ancora di più va dunque continuata e sostenuta la battaglia per i principi e per i diritti: contro ogni forma di sciovinismo, antisemitismo, discriminazione; a sostegno, sempre, della lotta per la libertà e la giustizia, tutti i diritti umani, l’autodeterminazione dei popoli.
Riferimenti:
Nie wieder ist jetzt – Jüdisches Leben in Deutschland schützen, bewahren und stärken (20/13627 – 05.11.2024): https://dserver.bundestag.de/btd/20/136/2013627.pdf
Bundestag beschließt Resolution gegen Antisemitismus, Tagesschau, 07.11.2024: https://www.tagesschau.de/inland/innenpolitik/bundestag-resolution-antisemitismus-100.html
Contro ogni forma di antisemitismo, per l’autodeterminazione e i diritti dei popoli, Pressenza, 07.01.21: https://www.pressenza.com/it/2021/01/contro-ogni-forma-di-antisemitismo-per-lautodeterminazione-e-i-diritti-dei-popoli
Dal mondo della cultura italiano il sostegno alla lettera di 122 palestinesi e del mondo arabo, Zeitun, 04.01.2021: https://zeitun.info/2021/01/04/dal-mondo-della-cultura-italiano-il-sostegno-alla-lettera-di-122-palestinesi-e-del-mondo-arabo
La definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA): https://holocaustremembrance.com/resources/la-definizione-di-antisemitismo-dellalleanza-internazionale-per-la-memoria-dellolocausto
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