Sanzioni: l’altra forma della guerra Usa-Nato-Ue contro la Russia

di Marinella Mondaini, filologa all’Università di Mosca; traduttrice in italiano dei grandi poeti russi e giornalista. Il blog del MpRC ringrazia la professoressa e compagna Marinella Mondaini per questo prezioso contributo

Stiamo vivendo un pezzo di storia plasmato dalla guerra, dal rapporto fra guerra e politica. 

È assai nota la massima del generale prussiano, Carl von Clausewitz, secondo cui “la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”, ma considerato l’andamento della situazione odierna nella geopolitica, il gravissimo momento che stiamo vivendo e che ci ha quasi portati sulla soglia della guerra nucleare, possiamo dire che Clausewitz si è fortemente sbagliato, la sua massima andrebbe rovesciata: “la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi”, dove è la guerra che decide della politica e non il contrario.

Le sanzioni contro la Russia vanno definite senz’altro come uno dei mezzi di guerra contro la Russia, di guerra economica, come uno dei vari mezzi di guerra contro la Russia.  Va detto per inciso che le sanzioni sono assolutamente illegittime, imposte all’Unione europea dagli Stati Uniti come loro “regole” e non certo approvate dall’ONU. Un altro potente mezzo che l’Occidente ha imposto oggi per distruggere la Russia è la guerra informativa, attuata tramite la disinformazione, le fake news, o bufale che leggiamo ogni giorno sui giornali italiani o diffondono i telegiornali, nonché i dibattiti televisivi. All’interno della guerra dell’informazione psicologica ci sono poi le PsyOp, cioè le Operazioni Psicologiche che, basate su varie tecnologie, toccano la dimensione psicologica del conflitto e lo vediamo benissimo in Ucraina. Si tratta di Operazioni pianificate che trasmettono informazioni, studiate per influenzare le convinzioni, le osservazioni obiettive delle persone, toccare le corde emotive per giungere alla pancia delle persone, ma esse mirano a influenzare anche i governi degli Stati stranieri e la loro reazione. Penso che ciascuno di noi si ricordi benissimo della cosiddetta “strage di Bucha”. La cricca di Kiev ha trascinato sul luogo, dove sarebbe avvenuta tale strage, tutti i politici europei, compreso la fedele a Zelenskij Giorgia Meloni, che con viso triste e piangente, ha deposto fiori rossi sulla fossa comune dicendo “non siete soli”.  Una falsificazione orchestrata con il massimo della crudeltà.

Si direbbe che la guerra è la condizione naturale dell’Uomo, non la pace, e come dicevano gli antichi, “se vuoi la pace preparati alla guerra”.  E in effetti, quanti anni ha vissuto la comunità mondiale senza guerre? Se li contiamo rimaniamo impressionati.  Appena finisce una guerra, poco dopo ne inizia un’altra.

Ma tornando alle sanzioni, esse costituiscono una politica per continuare la guerra contro la Russia.  Perché continuare? Perché le sanzioni anti russe ci sono sempre state. Potremmo iniziare dal 2014, prendendo in esame i tempi odierni, il XXI secolo, ma ricordo che le sanzioni occidentali contro la Russia sono esistite anche prima, ai tempi dell’Unione Sovietica, e andando a ritroso, si possono far risalire al XVII secolo.  Nel 2014, con la scusa della “annessione della Crimea”, le sanzioni sono esplose con furore, perché gli Stati Uniti sono letteralmente impazziti alla notizia della reazione immediata della Russia quando ha accolto la richiesta di aiuto proveniente dagli abitanti della Crimea, dove gli Stati Uniti covavano già da tempo il sogno di installarvi la propria base militare.

Tramite regolare e legittimo referendum la Crimea è ritornata alla Madre Patria, in fin dei conti cosa c’è di più democratico del referendum, quando è il popolo a decidere del proprio destino? Ma questo l’Occidente lo rifiuta, perché persegue gli scopi geopolitici di mantenere la propria egemonia sul mondo.

Vediamo ora come è stata la reazione della popolazione russa a queste sanzioni, cominciando dal 2014, e in particolar modo alle sanzioni ancora più pesanti e radicali dopo l’inizio dell’Operazione Speciale Militare russa in Ucraina, iniziata il 24 febbraio del 2022.  Il divieto agli aerei russi di sorvolare i cieli del “giardino” europeo, definizione del razzista Josep Borrell, ha creato un disagio terribile per i viaggiatori da e per la Russia, ha riguardato anche me in prima persona, una sensazione terribile con un dispendio enorme non solo di tempo, ma anche di denaro, poiché il viaggio è come minimo raddoppiato, dovendo passare per altri paesi. Questa la punizione dei nuovi fascisti.  La reazione delle persone in Russia è stata nei primi momenti molto forte, soprattutto tra coloro abituati a viaggiare spesso in Europa, o che avevano i figli che studiavano all’estero. È stata dura per gli insegnanti, come per esempio, le mie colleghe che andavano in Europa più volte all’anno, spessissimo in Italia per vedere i musei e monumenti, scoprire città e regioni nuove, e approfittavano dei viaggi culturali per fare anche acquisti.  Certamente nel primo momento la popolazione russa è stata colta da un sentimento di sconcerto, di smarrimento, ha vissuto una condizione che ha combinato componenti emotive, quindi ansia e preoccupazione, e cognitive, nel senso che non capiva cosa stava succedendo e dove si sarebbe arrivati.

Per seconda cosa, la delusione iniziale è stata per i prodotti d’importazione, anche alimentari, che la “democratica Europa” ha vietato di esportare in Russia.  Moltissime persone erano abituate a questi prodotti, li amavano moltissimo, come il prosciutto crudo, la mozzarella, il parmigiano reggiano. È stato terribile certamente anche per me.  Bisogna dire però che già da parecchi anni grazie alle fiere alimentari che regolarmente si tenevano in Russia, non solo a Mosca ma anche in altre città, i rapporti commerciali fra i produttori italiani e i clienti russi hanno generato una cosa stupenda come la produzione comune in loco, cioè in Russia, di mozzarella, prosciutto e salumi italiani “alla russa” che certo non sono gli originali italiani, ma sono di alta qualità, questo bisogna dirlo. Altrettanto dicasi per i vini italiani! Famosissime erano le fiere dei vini italiani a Mosca e in altre città russe, frequentatissime e molto amate.  Ora ci sono i vini della Crimea, che sono molto buoni.

Le sanzioni hanno toccato anche i negozi di marca; la catena dei McDonalds ha abbandonato la Russia. Quando è successo sembrava fosse arrivata la catastrofe per i giovani che ne erano dipendenti, quindi ne hanno sofferto di più i giovani che all’inizio erano nel panico, molti sui social scrivevano commenti di disperazione, “adesso cosa faremo senza il nostro McDonald’s, come faremo a stare senza?”, ecc.… Ma i russi non si perdono d’animo e di fronte al pericolo, alla minaccia, alle azioni truci del nemico si compattano, hanno il dono prezioso di unirsi e così, invece di criticare il governo e di andare a protestare in piazza contro il presidente Putin, hanno fatto il contrario. Si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a produrre loro i prodotti alimentari, i beni che prima importavano dall’Europa e dall’Occidente, dall’America, come, per esempio, le tecnologie.

Quasi subito il McDonalds è stato sostituito da “Vkusno i tocka” (“Buono e basta”), una catena russa di fast food, anche migliore dell’americano come qualità, diretta da manager russi. Sicché i giovani continuano ad usufruirne come prima.

Negli ultimi anni in Russia si percepisce a pelle un “risollevamento”, una ripresa in ogni campo. Cominciando dagli stati d’animo, dagli umori delle persone per finire con la ristrutturazione dell’industria leggera e pesante. Quindi ripresa e rilancio, perché pian piano la Russia si è sollevata e ora si può parlare esattamente di rinascita totale in tutto. Pullulano i progetti nuovi, c’è un fiorire di progetti, parecchi dei quali indirizzati ai giovani e un rinnovamento di quelli vecchi che vedevano la partecipazione di aziende occidentali e ristagnavano da pretese occidentali incredibili.  Molto importante è il progetto del governo russo per sostenere la famiglia e migliorare la situazione demografica.

La Russia è grande più di 17 milioni di km. quadrati, con una popolazione di circa 147 milioni. Un enorme spazio quindi non solo da conservare difendere ma anche da popolare.  Quindi per sostenere la natalità, il governo ha rafforzato e aumentato il capitale materno, introdotto già nel 2007, cioè di un’elargizione di una cospicua somma di denaro alle coppie che fanno figli. C’è il sostegno anche per le donne, i bambini e programmi sociali per gli anziani e gli invalidi.  630.000 rubli pagati dal governo sin dalla nascita del primo bambino, che tradotti in euro sono 6500, poi 8500 euro alla nascita del secondo figlio. Poi i sussidi alle famiglie per comprare l’appartamento, la terra, la propria casa, sussidi per far studiare i figli, l’Istruzione in Russia rimane gratuita. Moltissimi aiuti alle famiglie con più di tre figli, come il pasto gratuito a scuola, il trasporto a scuola, i vari doposcuola pure gratuiti. L’ assistenza medica è fornita come sempre gratuitamente a tutta la popolazione. Nel campo della medicina è in corso un forte rinnovamento, non solo a Mosca, ma in tutto il paese vengono ristrutturati e ammodernati ambulatori e ospedali locali, vengono costruiti nuovi centri medici con una attrezzatura modernissima, di produzione russa. Entrare nei policlinici è come entrare in un museo, sono bellissimi, pulitissimi. Ci sono molte scoperte russe, nei telegiornali hanno parlato di nuovi metodi per curare il cancro per esempio.

 Si stanno sviluppando progetti innovativi che prima erano frenati, bloccati dagli accordi con l’Occidente.  Ma ora, proprio grazie alle sanzioni, i russi hanno cominciato a sviluppare le proprie potenzialità, che sono enormi e fanno benissimo a meno dell’Occidente. La Russia ora produce da sola ciò di cui ha bisogno.

Nel campo dell’Istruzione ci sono molti progetti nuovi. Negli ultimi decenni in Russia si prendevano come modello gli standard europei, come il baccalaureato europeo, o l’ “USE”, cioè l’esame di Stato unificato, che rappresenta la principale forma di certificazione finale statale dei diplomati dell’11º grado delle scuole della Federazione russa, nonché la forma del test di ammissione alle università russe, ma adesso da questo tipo di esame, che è sempre stato molto criticato dall’opinione pubblica russa, si prendono le distanze, si sta discutendo di tornare pian piano al modello sovietico che ha dimostrato di essere formidabile. Nel modello di esame europeo si deve solo scegliere con una crocetta la risposta già pronta, nel modello di esame sovietico invece bisogna rispondere con le proprie parole, le proprie frasi e ragionamento logico personale. L’istruzione sovietica infatti era la migliore al mondo, lo dimostrano le tante Olimpiadi di fisica, matematica o scacchi, (solo per fare qualche esempio), dove i russi arrivavano sempre al primo posto.

In Russia esistono anche grossi cluster di istruzione e formazione per i ragazzi. Per esempio, il “Sirius”, che si trova nella regione di Krasnodar sul mar Nero, è un centro educativo scientifico-tecnologico enorme, completo di collegi per dormire e vivere, piscine, mense, creato sulla base dell’infrastruttura olimpica. È stato istituito alla fine del 2014 su iniziativa di Vladimir Putin, curato da personalità russe di spicco nel campo della scienza dello sport e dell’arte.

A 18 km. da Mosca c’è un altro grande centro per i giovani, il “Dolgoprudnij”, così come anche a Kazan. Sempre nella capitale della repubblica del Tatarstan si sono tenute l’anno scorso le prime Olimpiadi “Phygital”, una combinazione di compiti e giochi di informatica e gare sportive sul campo. Poi ci sono anche i giochi Brics…

La disoccupazione in Russia è al livello più basso in assoluto: il 2 %.

È chiaro che adesso parte della popolazione è impegnata nell’Operazione Militare Speciale, ma per chi è rimasto il lavoro c’è, l’inflazione è al 4 per cento. Il cibo non manca affatto e nemmeno … le “lavatrici”, pensando all’incredibile bufala di Ursula von der Leyen: “la Russia cannibalizza gli elettrodomestici per estrarre i microchip per le sue attrezzature militari”.

I prodotti alimentari prima importati, sono stati sostituiti con quelli russi, gli scaffali nei supermarket sono pieni di merce e non solo a Mosca, ma anche nelle altre città russe; la frutta e verdura viene dal sud della Russia, dalle repubbliche asiatiche, caucasiche, dalla Crimea; il turismo locale nelle varie regioni viene attivamente sviluppato, i ristoranti sono pieni, la vita scorre normale come prima, non si ha la percezione di essere in guerra. 

Recentemente ho sentito alla tv russa la notizia confortante di un incontro tra Putin e il Ministero dell’Agricoltura: quest’anno c’è una produzione di cereali perfino in eccesso, si prevedono 132 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda il grano, è già stato raccolto il doppio della quantità di grano rispetto all’anno scorso. Perciò l’esportazione va a gonfie vele.

Un’altra cosa importante che sta avvenendo nella società russa e alla Duma di Stato è la discussione della questione degli immigrati. La società, il popolo, i giornalisti spingono per un controllo severo dell’immigrazione. Anche il ministro Aleksandr Bastrykin, capo del Comitato Investigativo della Federazione russa, ha affermato la necessità di cambiare la politica migratoria della Russia. Anche perché attraverso i migranti, specie dall’Asia centrale e altri paesi, vengono introdotti in Russia soggetti per spezzare l’armonia, l’unità interna, per creare odio tra le nazionalità, che in Russia non esiste, e qui i Servizi segreti ucraini sono all’opera con atti terroristici, e violenze, commissionati a questi soggetti sul territorio russo.

Nel 2024 le autorità russe hanno annullato 43.000 permessi di lavoro in Russia ai migranti, quindi sono stati deportati, perché sono state scoperte irregolarità nella emissione dei permessi, oppure perché i migranti hanno infranto le leggi russe o non parlavano russo, ecc. Adesso è in corso un forte controllo, i permessi vengono rilasciati con una durata di non più di 6 mesi.  I deputati della Duma stanno discutendo anche il divieto per i migranti di portare in Russia le proprie famiglie, mogli e bambini che dovrebbero studiare nelle scuole senza sapere il russo.

La Russia è uno Stato sociale. Recentemente è stato approvato il nuovo Bilancio, bisogna capire che è il bilancio di un paese in guerra, per cui mezzi significativi vengono indirizzati al rafforzamento della Difesa e sicurezza, ma nonostante le spese militari, rimane un bilancio sociale, cioè tutti gli obblighi sociali che lo Stato si era assunto vengono eseguiti alla lettera, compreso anche nuovi impegni sociali, come l’indicizzazione delle pensioni. 130 miliardi rubli sono per il nuovo contratto sociale dell’anno prossimo, cioè i bisognosi vengono aiutati ad uscire dalle difficoltà economiche, per uscire dalla povertà e passare alla classe media: gli danno i soldi per aprire un’attività, fondi per aprire un lavoro, o trasferirsi in un nuovo posto di lavoro, o per specializzarsi. Si tratta di un Bilancio anche di Sviluppo del paese, nonostante le sanzioni, la guerra, per i progetti nazionali sarà elargita la somma di 43 trilioni di rubli per i prossimi 6 anni, che aumenta di parecchio rispetto al bilancio precedente. Viene prestata grande attenzione allo sviluppo tecnologico, alle sfere strategiche. Le persone vivranno meglio. Aumenteranno gli stipendi, del 17 per cento dal 1° gennaio e per 6 anni a venire cresceranno in proporzione. Cioè i compiti sociali vengono realizzati e crescono nonostante l’Operazione Speciale. Lo Stato russo rivolge, forse per la prima volta in modo così forte, un’attenzione completa e profonda allo sviluppo della propria industria e produzione e i risultati si vedono, lo sviluppo industriale e la crescita economica camminano con tempi mai visti, tanto da sorprendere amaramente l’Occidente.

Sì, l’Occidente ha tagliato fuori la Russia dalle sue tecnologie, vietandole l’importazione delle tecnologie occidentali; le sanzioni occidentali hanno tagliato fuori la Russia dal ricevimento di denaro americano non garantito, ma questo ha prodotto solo benefici, perché grazie alle sanzioni è stata in gran parte chiusa l’esportazione, la fuoriuscita di capitale russo dal paese, che quindi adesso rimane in patria e quindi investe nella produzione della Russia. Gli esperti russi dicono: “le sanzioni ci hanno solo stimolato”!  Sento spesso dire dai miei amici: “adesso è come se ci avessero slegato le mani per fare ciò che vogliamo, vivere e lavorare secondo le nostre abitudini e tradizioni, vogliamo svilupparci e andare avanti. Prima eravamo stretti nella morsa delle loro regole, non ci facevano fare quello che volevamo, perché “l’Europa non vuole”, “le regole occidentali non lo permettono”, “noi vi diamo questo, ma in cambio voi siete obbligati a fare quest’altro”, c’erano sempre i ricatti, c’erano le varie regole occidentali, inventate dagli USA per frenare lo sviluppo della Russia, che avevano l’importanza primaria, addirittura sopra le leggi russe, ma ora l’oppressione è finita, per i russi vale la Legge russa, non si curano più delle leggi europee, come prima.

Volevano fare male alla Russia: hanno prodotto il contrario.  Il popolo russo ha capito benissimo e da tempo i motivi del perché è stata avviata questa Operazione Militare Speciale in Ucraina e la sostiene e sostiene il presidente russo, quella parte minima di traditori che in Italia chiamano “dissidenti” “oppositori”, sono fuggiti all’estero. E da lì sono invitati alla tv italiana, dove diffondono menzogne sulla Russia.

Bisogna conoscere il carattere russo: quando gli occidentali, gli anglosassoni vogliono fare del male ai russi, i russi si mobilitano con tutte le loro forze per mostrare e dimostrare che vivono benissimo anche senza di loro, ed è ciò che succede ora nella società russa.

Il popolo russo sa e vede benissimo che vive anche meglio di prima, è autosufficiente, ha tutto ciò di cui ha bisogno: le materie prime, come gas, petrolio, carbone, minerali, oro, legname, acqua, enormi territori, risorse enormi…

Ora tutta Mosca è trasformata, case, strade, infrastruttura, tutto viene rinnovato, si aprono nuove stazioni nella Metropolitana, i treni sono diventati superveloci. Anche le città delle altre repubbliche sono in fermento.

Molte famiglie russe, che erano emigrate, stanno ritornando a vivere in Russia, dove hanno prospettiva di vita migliore che non all’estero, vista la russofobia, le discriminazioni che l’Occidente mette in atto contro i russi.

Una cosa importantissima per i russi è l’aver saputo conservare gelosamente i propri principi, valori e tradizioni, e proprio su questo piano gli Stati Uniti, Gran Bretagna e i vertici della UE conducono una guerra feroce contro la Russia. Il loro scopo è sottometterla per disintegrare la sua unità interna, e imporle i “valori” occidentali, perché non accettano il fatto che la Russia mantenga la fede ortodossa, la famiglia tradizionale, che abbia vietato con una legge il movimento LGBT, il cambio di genere, che protegga i bambini con una legge speciale.

Sappiamo che nell’Occidente capitalistico l’enorme vuoto dei diritti sociali – lavoro, pensioni, salari, stipendi, sanità pubblica, scuola, abitazione – diritti sociali attaccati e distrutti dal potere del capitale, questo enorme vuoto (sociale, politico, culturale) viene colmato attraverso un’enfatizzazione di certi diritti civili che – privati del connubio con i diritti sociali, e ad essi contrapposti – possono acquisire una forma ambigua, e mentre nell’Occidente esplode e diviene di massa la lotta per la “diversità” sessuale, di nessuna importanza diviene la lotta per l’uguaglianza sociale, per le condizioni di vita di tutto il grande mondo del lavoro, della disoccupazione, della drammatica condizione giovanile  e della povertà di massa.

Il 19 agosto Putin ha firmato il Decreto di “sostegno umanitario agli stranieri che condividono i valori spirituali e morali tradizionali russi e vogliono trasferirsi a vivere e lavorare in Russia, per motivi di “rifiuto delle politiche dei loro paesi, che impongono linee guida ideologiche neoliberiste distruttive”. Il decreto prevede la facilitazione delle condizioni e modalità di ingresso nel paese, non è più richiesto, com’era obbligatorio prima, la conoscenza della lingua, storia e basi della legislazione della Russia. Questo decreto assume un preciso significato politico, è un colpo fortissimo agli Stati Uniti e loro vassalli.

In questo sta la forza della Russia: la forza della fede ortodossa, della famiglia, che sono le basi della società, insieme naturalmente al corpo militare, all’esercito che ora viene rafforzato per difendere il paese dalla minaccia occidentale che mira alla sua disintegrazione.

L’umore dei russi è combattivo, anche se piangono spesso, perché aspettano con ansia che finisca questa Operazione Militare, piangono perché a perdere la vita sono tanti soldati, ma anche tanti fratelli ucraini, si dispiacciono per gli ucraini a cui hanno formattato, riprogrammato il cervello per instillargli l’odio contro i russi, muoiono al fronte combattendo senza capire il perché.

I russi sperano che finisca presto, ma l’essenziale è che li lascino vivere in pace, non chiedono altro che l’Occidente li lasci stare, una buona volta!

Per concludere, tutte le sanzioni imposte dall’Occidente hanno prodotto più danni all’Europa, che non alla Russia. Questo è lapalissiano, confermato oramai da tutti gli esperti.  Come ho appena illustrato, la Russia ne ha tratto solo vantaggio.

Le sanzioni si sono rivelate un boomerang, contro gli stessi paesi europei, checché ne dica il guerrafondaio Josep Borrell, a cui spetterebbe solo ricoprire il ruolo di capo della “diplomazia” Ue.

In 10 anni i 14 pacchetti di sanzioni anti russe sono stati definiti da Borrell il suo più “grande successo”. Un successo che vediamo tutti nel degrado morale, sociale e nell’impoverimento dell’Italia e dell’Ue in generale.

Come ha dichiarato il Ministero degli esteri russo, non c’è stata alcuna storia di successo di quei paesi che negli ultimi 20 anni sono stati attratti e integrati nell’Unione Europea.

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