di Marinella Mondaini, filologa all’Università di Mosca

L’importante è far girare il burattino in tournée. Una tournée senza senso, imbastita anche con lo sforzo della “mamma italiana” (Giorgia Meloni, naturalmente) molto premurosa e amorevolmente carezzevole nei confronti del nazi dittatore “presidente” scaduto e usurpatore dell’ex Ucraina. Dopo che Biden ha dato forfait per il summit di Ramstain, a causa dell’“uragano Milton” – un puro pretesto diplomatico per non compromettere con i discorsi le prossime elezioni – qualcosa bisogna inventarsi e allora al clown gli fanno fare un giro di varie capitali europee, tra l’altro anche in Croazia. Anche in Italia e al Vaticano. Vuole come al solito parecchio: rassicurazioni sull’entrata nella Ue e nella NATO, armi soldi e quei missili a lunga gittata, nonostante il Corriere della Sera scriva che “Zelenskij è pronto ad un cessate il fuoco lungo la linea attuale, senza riconoscimento di un nuovo confine ufficiale, in cambio di alcuni impegni occidentali, prima di tutto una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti”. Tutti discorsi assolutamente inutili, niente più che pourparler. Dopo varie giravolte, il piano del burattino non è più chiamato della “Vittoria”, ma “di Pace”, un piano di pure fantasie, tenuto finora in segreto dal burattino per tenere in vita la sua notorietà planetaria, di cui ora annusa l’appassimento graduale. Lo stesso Occidente non crede più alla vittoria sulla Russia. Ai vari “summit per la Pace”, escogitati dalla banda di Kiev, la Russia ha dichiarato di non voler partecipare perché “non ha alcun senso”. Dovremo ancora sorbirci la sceneggiata delle carezze e degli sguardi languidi. E le dichiarazioni di un folle criminale, ricevuto come un eroe. A spese degli italiani. Compreso la cena che i zelanti governanti nostrani gli hanno offerto a villa Pamphilj.
Comunque vada, il voyage nel “giardino europeo” del clown è stato privo del successo dei precedenti.
