A cura del MpRC di Ancona

G7 Sanità Ancona, giovedì 10 ottobre. La “arterie” della Dorica sono chiuse, strette come da un laccio emostatico, ogni piazza è presidiata da nugoli di poliziotti. Gli elicotteri, sin dal mattino, rombano minacciosamente, dal Cantiere Navale al Passetto. È tutta una zona rossa. La città è piccola, provinciale, e totalmente occupata com’è dalle forze dell’ordine, rievoca la Santiago di Pinochet. In queste condizioni, e contro il G7 che ha portato nel capoluogo marchigiano tutti i ministri della Salute del G7, più degli importanti esponenti dell’Ue (cioè, tutto il Comando Occidentale della guerra, del liberismo, della distruzione del welfare e della Sanità pubblica), il fronte comunista, antimperialista e antiliberista anconetano si dà appuntamento a piazza Cavour, piazza centrale della Dorica, alle 17.30. C’è il permesso della Questura e nonostante ciò, “naturalmente”, i compagni del Movimento per la Rinascita Comunista (MpRC), gli altri compagni, gli attivisti per la pace, i militanti, sono fortemente “attenzionati” dalla polizia, collocata a pochissima distanza – quattro, cinque metri- dal presidio: ti guardano negli occhi, si sentono respirare. Si inizia a volantinare – i compagni del MpRC in prima fila – e a parlare con i passanti. Il titolo del volantino è semplice popolare, quanto eloquente: “O la Sanità pubblica o la guerra”. Uniche bandiere in piazza, oltre quella palestinese, quelle del MpRC e di “No guerra No Nato”, movimento che vede al suo interno, peraltro, diversi compagni/e del MpRC di Ancona. Inizia a costituirsi “una bella piazza” quando, d’improvviso, si scatena sui compagni, sui pacifisti, sui lavoratori presenti della Sanità pubblica, una fotte pioggia. Si aprono gli ombrelli che, nel vento, saltano. I volantini vengono protetti, ma in breve diventano una poltiglia di inchiostro che scola. In molti se ne vanno. Rimangono in piazza, abbracciati, “affratellati” sotto i pochi ombrelli, sperando che la pioggia abbia termine, i compagni del MpRC, i compagni di No Guerra No Nato, alcuni anarchici e pochi altri militanti. Nessun “eroismo”, solo la piccola speranza che dopo tutto il lavoro fatto per organizzare il giorno di lotta, la pioggia finisse e si potesse riprendere la manifestazione. Non è stato possibile. Il cielo si è ancor più oscurato, tuoni e fulmini, e tutto è finito. Solo per oggi, però, giovedì 10 ottobre, con i ministri della guerra e del liberismo mondiale ad occupare il Lazzaretto, la struttura più bella della città, progettata dal grande architetto Luigi Vanvitelli, la Mole Vanvitelliana, appunto, che mai dovrebbe essere calpestata dai guerrafondai e dagli imperialisti.
Ma domani è un altro giorno, è venerdì 11 ottobre, il corteo contro la guerra, contro la Nato, contro il summit G7 che distrugge la Sanità pubblica è già organizzato. E sfilerà, pioggia o non pioggia, lungo tutta la città. Col MpRC in testa, unitario e unito a tutti gli altri compagni, ai lavoratori, ai movimenti, agli studenti. Sperando che Ancona, oltreché la Santiago di Pinochet, non somigli, domani, venerdì 11 ottobre, a Mawsynram, il paese indiano della pioggia eterna.
