“I RUSSI SAPPIANO CHE LI AMO” Una cittadina comune italiana, conferma che non tutti hanno subìto il lavaggio del cervello. Di Marinella Mondaini

La compagna Marinella Mondaini ha pubblicato questo articolo su la “Literaturnaja Gazeta” (Giornale di Letteratura), tra le più prestigiose riviste russe, fondata a San Pietroburgo nel 1830. Abbiamo chiesto alla nostra cara compagna Mondaini di inviarci la sua stessa versione italiana dell’articolo, che pubblichiamo. Ringraziandola, ci fa molto piacere “rivelare” che la compagna Giovanna citata nell’articolo è la nuova coordinatrice del Movimento per la Rinascita Comunista di Barberino di Mugello (Firenze).

“I RUSSI SAPPIANO CHE LI AMO”

Una cittadina comune italiana, conferma che non tutti hanno subìto il lavaggio del cervello.

Dopo più di due anni di Operazione Speciale Militare Russa, l’iceberg di menzogne in Italia comincia a sgretolarsi. Un rivolo di verità si sta facendo strada. Giornalisti indipendenti, personaggi pubblici e rappresentanti di altre professioni stanno esprimendo il loro libero pensiero, alternativo alla narrazione mainstream occidentale con più coraggio, nonostante il controllo poliziesco degli attenti censori che si affannano per prosciugare la verità alla fonte. Staremo a vedere chi avrà la meglio.

La tattica dei sorveglianti è chiara: le persone oneste vengono bollate come “putiniani”, “agenti del Cremlino”. I siti web e gli account dei social media, in cui compare un’opinione diversa o mostrano tentativi di risalire alle origini del conflitto in Ucraina, sono definiti “megafoni della propaganda russa”. I mass media allineati al sistema diffondono informazioni faziose e scorrette, che devono indurre gli utenti non a ragionare, ma a scegliere acriticamente e inequivocabilmente una parte sola, quella “giusta”, sostengono che la RAI non dovrebbe invitare “i pifferai di Putin”, né tantomeno pagarli. La Russia è vista attraverso il prisma della “dittatura”, del “totalitarismo” e il suo presidente è sistematicamente rappresentato con epiteti negativi: “zar”, “dittatore”, “autocrate”. I giornalisti di regime firmano la loro propaganda con un leitmotiv costante che suona così: “il malvagio Putin ha invaso la povera Ucraina, democratica e sovrana”.

Dal 2014, per 8 anni interi, hanno taciuto sui crimini di Kiev nel Donbass, compiuti anche contro donne e bambini, e dal 24 febbraio 2022 hanno lanciato sfacciate bugie. Sono passati dalla censura totale alla propaganda anti russa e alla disinformazione a colpi di menzogne. Le notizie sono presentate in modo scaltro e parziale, i fatti sono sostituiti dalle loro interpretazioni, alimentando la russofobia e l’odio contro la Russia. Non si vergognano nemmeno a scrivere che “coloro che sostengono Putin fanno più danni di Putin stesso” o di attaccare persino gli italiani che vivono in Russia. Ecco solo qualche titolo e frase di articoli: “Un’invasione di putinisti sui social media che parlano della finta Russia delle favole” o “Sullo sfondo della retorica filorussa ecco le impressioni di fantomatici italiani che vivono a Mosca e raccontano di un’invidiabile vita in Russia” (come si dice, grazie per la pubblicità!).

Invece di fare un’analisi profonda e seria con storici ed esperti delle vere cause dell’Operazione Speciale Russa, le autorità non solo hanno adottato ubbidientemente senza metterla in discussione la versione anglosassone, ma sono giunte al paradosso di introdurre la censura della cultura russa in casa propria! Per fare un esempio lampante: la cancellazione del corso di lezioni sullo scrittore russo Fjodor Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano con l’assurda motivazione “per evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, visto che questo è un momento di grande tensione”. Tale fatto può essere paragonato a tutti gli effetti alla persecuzione nazifascista di ebrei e partigiani durante la Seconda Guerra mondiale e negli anni successivi a quella dei comunisti.

Sembrano già tempi antichi quando i secolari e ricchi legami culturali tra i nostri Paesi venivano sostenuti dallo Stato italiano. Ad esempio, il 2011 è stato l’Anno interculturale Russia-Italia, che vide la realizzazione di oltre 400 eventi di cultura e lingua russa in Italia e di cultura e lingua italiana in Russia e che sottolinearono il carattere particolare e privilegiato dei rapporti fra i nostri paesi. Conosco molte persone che lo ricordano e che attendono il ritorno di quell’atmosfera di sincera amicizia e apertura di un tempo.

Oggi vari segmenti della società italiana stanno però prendendo coscienza della situazione che si è creata e cioè che sono stati messi in campo gli strumenti di guerra dell’informazione contro la Russia imposti dai vertici degli Stati Uniti e di Bruxelles, si stanno rendendo conto dei doppi standard, dell’ipocrisia e delle menzogne e rigettano questa situazione. Contrariamente all’opinione che “alla gente comune non interessa”, la maggior parte ha sempre simpatizzato con la Russia e sostiene Vladimir Putin. I giornalisti al servizio dell’establishment suonano l’allarme: “L’Italia è uno dei Paesi in cui la disinformazione e la propaganda pro-Putin hanno piantato le radici più forti. È diventata un bersaglio privilegiato della disinformazione per diversi motivi: gran parte della politica istituzionale è connivente la retorica putiniana e l’opinione pubblica è polarizzata dagli strascichi della stagione militante. Questo vale per un’ampia fetta della popolazione, dalla sinistra alla destra radicale, e l’antiamericanismo si è trasformato in una fascinazione per la Russia. C’è una marcata tendenza alle teorie del complotto, tipica degli italiani in generale”.

È estremamente chiaro quindi che il padrone d’oltreoceano non può permettere che avvenga questo nella sua colonia, ecco perché in Italia la propaganda anti-russa è feroce e continua senza sosta. Ma i sorveglianti non tengono conto che ci sono i social network (come Telegram, ad esempio), da cui gli italiani sempre più attivamente traggono le informazioni soppresse in Italia e nell’Unione Europea. E come si dice, “la voce corre sulla Terra”.

Potrei citare centinaia e centinaia di commenti di persone che sono stanche delle bugie propinate loro dai mezzi d’informazione, che non sono d’accordo con la politica dello Stato Italiano, che condannano le sanzioni che hanno portato al crescente impoverimento dell’Italia. Queste persone sono già in grado di analizzare ciò che sta accadendo, inoltre esprimono solidarietà alla Russia e le augurano una rapida vittoria nell’Operazione Speciale Militare.

Questo l’ho potuto appurare anche durante i miei incontri personali in varie città italiane, organizzati con il sostegno di associazioni private. In questi incontri, non solo parliamo della situazione in Ucraina, ma mostriamo anche i film russi a nostra disposizione: “Il Testimone” e “Il Donbass ieri, oggi e domani”, dove spiego il contenuto e il significato dei film e rispondo alle domande. Tra l’altro, le amministrazioni comunali fanno di tutto per impedire questi eventi (anche se non sempre ci riescono). Riporto solo qualche esempio di cosa pensano veramente gli italiani. Maria di Cesena, 60 anni, dice senza mezzi termini che ama molto la Russia e Putin, che il governo italiano non la rappresenta e che considera i russi “nostri fratelli”.

Giovanna, di Firenze: “All’inizio dell’Operazione Speciale, quando vidi la reazione scomposta dei telegiornali, le notizie falsificate dei giornali, mi sono chiesta: come posso io, come cittadina comune, protestare contro tutto questo? Mi venne perciò l’idea di iscrivermi ai corsi di lingua russa, tenuti sulla piattaforma online dalla “Casa Russa” dell’Ambasciata Russa di Roma. Questa è stata la mia personale forma di protesta, il mio sostegno alla Russia, la mia risposta alla propaganda, perché non approvavo quello che stava facendo il mio paese. A 58 anni, nonostante la situazione finanziaria, ho iniziato a studiare il russo per sostenere e conoscere meglio il popolo russo, a cui abbiamo fatto ogni cosa possibile e inimmaginabile e di cui mi vergogno molto. Questa mia protesta è costata alla mia famiglia delle rinunce, ma se non si fanno delle rinunce non si può fare nessuna rivoluzione, perché altrimenti diventa un vezzo. Quindi vorrei che i russi sapessero che ci sono degli italiani che non stanno nemmeno bene economicamente, ma che trovano dei modi creativi per amare, conoscere e sostenere il popolo russo. In più, l’Ambasciata russa mi ha fatto il piacere di mandarmi tutta la filmografia russa con i sottotitoli in italiano, devo dire che a vedere i film russi gli italiani si sentono davvero “a casa” rispetto alla filmografia esagerata e gridata hollywoodiana, che non fa parte della nostra cultura, della nostra vita. Sono film eccezionali, glielo dica ai russi. La Russia è un grande paese!”.

Penso che i sentimenti, i pensieri di persone come Giovanna, siano stati espressi poco dopo l’inizio dell’Operazione Speciale Russa da Paolo Di Mizio, editorialista de “La Notizia”, un giornalista e scrittore onesto e corretto, che ha saputo cogliere l’essenza degli avvenimenti e ha scritto la verità in modo chiaro e conciso in una poesia, composta in versi sciolti. La presento ai lettori di “Literaturnaja Gazeta”, nella mia traduzione letterale.









La grande menzogna

La bugia era così immane 
che mai avrei creduto potesse esistere in tal modo.
Così ripetuta, così univoca, così monocorde
che folle intere, popoli, nazioni
cadevano sotto la sua malia
catturati nella bolla imperforabile
della menzogna universale.




C’era guerra

i soldati sparavano e morivano,
i loro nemici sparavano e morivano,
ma solo un esercito era nel giusto
l’altro era nel torto per tutto e per ogni cosa.
E i crimini dell’uno erano attribuiti all’altro
i terroristi chiamati democratici
i nazisti chiamati difensori della libertà.
E così ogni menzogna, fin la più inverosimile,
era creduta dalle folle, dai popoli, dalle nazioni.

La macchina disumana della propaganda
era incontenibile:
mandano missili sulle centrali nucleari
bombardano un teatro di bambini
uccidono donne gravide e neonati:
tutto era creduto
senza logica o interlocuzione.

S’aprì il primo odio universale della Storia:
fu lecito per legge ingiuriare
e augurare morte
ma a quel solo popolo
nazione di pariah
razza di reietti
da mettere al bando e alla fame
segnati come cani appestati.

Il razzismo planetario
fu autenticato dal Grande Gigante
aduso a calpestare popoli
ad esportare bombe e democrazia

Accadde nell’Anno del Signore 2022
quando il Piccolo Gigante dell’Est europeo
ebbe il torto di sfidare
il Grande Gigante
padrone dell’impero unico mondiale.
Allora il Grande Gigante tuonò
davanti ai suoi servi inchinati:
«Russia malvagia
Russia deve perire».
Le sue labbra
gocciolavano sangue
i suoi artigli avevano ucciso milioni

Non dimenticherò
resterò nella mia grotta
presso il fuoco della ragione e delle ragioni
resterò tra gli uomini della pietra
resterò con l’unica tribù non imprigionata
dalla grande menzogna

Paolo Di Mizio, Roma, 21 marzo 2022
Marinella Mondaini, filologa russista, scrittrice, giornalista,
traduttrice.


 


 


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