“L’Oppositore”, Matteotti contro il fascismo. Mercoledì 10 luglio 2024, a Riva Fiorita, Porto San Giorgio (Fermo), Convegno del Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo” sul fascismo storico e sull’attuale neofascismo

Giacomo Matteotti, dirigente politico socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario, una formazione politica costituitasi attraverso una scissione dal Partito Socialista Italiano durante il Congresso di Roma dell’ottobre 1922, fu un fiero e coraggioso oppositore del fascismo italiano in costruzione. Dopo una sua dura requisitoria, svolta alla Camera dei deputati, con la quale  denunciava le innumerevoli illegalità, le violenze ed i soprusi operati dal Partito Nazionale Fascista durante le elezioni politiche del 1924, il 10 giugno del 1924 Matteotti viene rapito, e poi assassinato, da una di quelle squadracce fasciste attorno alla cui violenza stava organizzandosi il potere reazionario, anticomunista e antioperaio di Mussolini. La squadraccia nera che per ordine di Mussolini rapì e uccise Giacomo Matteotti era capeggiata da Amerigo Dumini, un criminale che già il 2 giugno del 1921, con altri fascisti, uccideva a Carrara il socialista Renato Lazzeri, che il 23 ottobre dello stesso anno rapiva il parlamentare repubblicano Ulderico Mazzolani e lo costringeva a bere olio di ricino, che, sempre nel 1921, fondava la rivista “Sassaiola fiorentina”, ove era teorizzata l’ideologia fascista della violenza estrema e portata avanti ad oltranza. Dumini, che come tanti altri fascisti rivelava, nei momenti estremi, un animo da codardo, fu così descritto da Emilio Lussu nel libro “Marcia su Roma e dintorni”: “La squadra fascista che aveva compiuto l’impresa (l’assassinio di Matteotti, n.d.r.) era comandata da Amerigo Dumini. Io lo conoscevo di fama. Sei mesi prima, si era battuto in duello con il giornalista Giannini, socialista, che egli aveva fatto aggredire in un teatro di Roma. Giannini era uno schermidore abilissimo, e Dumini, durante lo scontro, preso dal panico, era fuggito…anche se negli ambienti fascisti passava per intrepido. Era molto celebre e, fra gli assassini politici, teneva il primato assoluto e amava presentarsi dicendo: Dumini, nove omicidi!”.

Durante il sequestro, e di fronte alla resistenza di Matteotti, il fascista Giuseppe Viola colpì col pugnale il deputato socialista, uccidendolo. La squadraccia girò poi per la campagna romana, finché trovò, presso la macchia di Quartarella, a 25 chilometri da Roma, l’area per la sepoltura, sommaria, di Matteotti, il cui cadavere venne ritrovato il 16 agosto del 1924.

Nel discorso del 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse poi, ufficialmente, la “responsabilità politica, morale e storica” del contesto politico generale nel quale l’assassinio di Matteotti aveva preso corpo.  E fu proprio in seguito a questo discorso di Mussolini che, nel giro di due anni, vennero approvate, e praticate su larga scala, le “leggi fascistissime” contro i comunisti, i socialisti e tutti gli oppositori del fascismo e, oltre ciò, venne approvata la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell’Aventino, come protesta per il delitto Matteotti.

Di Matteotti, del fascismo storico e dell’attuale e pericoloso neofascismo che si va allargando in Europa, si parlerà, a partire dalla presentazione del libro di Mirko Grasso “L’Oppositore, Matteotti contro il fascismo”, il prossimo 10 luglio a Riva Fiorita, nei pressi di Porto San Giorgio (Fermo), in un importante Convegno organizzato dal Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo”, Convegno che sarà coordinato e concluso dal professor Alessandro Volponi, presidente del Centro Studi, e che vedrà tra i relatori, oltre lo stesso Mirko Grasso, anche Gianluca Quacquarini, presidente ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani) Ancona-Marche e Giorgio Raccichini, docente di storia e dell’ISLM (Istituto di Storia per il Movimento di Liberazione Marche) di Fermo.

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