Gli Usa colpiscono la Russia. La guerra mondiale è ad un passo. Si levino i popoli e i lavoratori!

MpRC: Comunicato Stampa

di Fosco Giannni, Coordinatore nazionale

Ciò che non doveva accadere è accaduto.

La terza guerra mondiale è da oggi ancor più verosimile.

Dopo il via libera di Biden dello scorso 30 maggio, l’esercito ucraino ha colpito con armi statunitensi il territorio russo. Missili americani “Himars” sono stati lanciati dalla soldataglia fascista ucraina istruita dalla Cia e dall’Intelligence Service MI-6 della Gran Bretagna per colpire un sistema di difesa aerea con missili S-300 e S-400 collocato nella regione russa di Belgorod.

Il combinato disposto dato dalla fornitura di missili Usa a Zelenski, il “si” di Biden all’utilizzo di tali missili anche sul territorio russo e la bramosia di colpire di Zelenskyi: tutto ciò ha prodotto l’attacco diretto degli Usa alla Russia. Il lancio dei missili Usa sul territorio russo di Belgorod è una dichiarazione  di guerra contro Mosca. Solo il sangue freddo di Putin e dell’esercito russo potrà, tutti i popoli del mondo debbono sperarlo,  evitare un’immediata escalation. Il governo russo, in relazione all’attacco su Belgorod, ha sinora solo “avvertito” gli Usa : “Attenzione ai vostri  errori fatali in Ucraina”. Ma nessuno può sapere, se gli attacchi sul terreno russo continuassero – e vi sono tutti gli elementi in campo poiché questo accada – quale sarebbe la risposta russa: un’altra prova di responsabilità, come quella durata ben otto anni di fronte ai massacri nazifascisti nel Donbass, un’altra prova di controllata attenzione a non precipitare gli eventi, come quella che Putin praticò per anni e anni di fronte alla trasformazione in corso, che avveniva sotto i suoi occhi, dell’Ucraina in un’immensa Base militare Nato ai confini della Russia?  Oppure la fine della pazienza e della responsabilità ed  una risposta militare russa “all’altezza dell’aggressione”, così come si è espresso Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa?

Zelenskyj non ha spettato un minuto per mettere in pratica il via libera di Biden ad attaccare direttamente la Russia. Per il miserabile fuhrer ucraino, consapevole che i giovani ucraini non vogliono più combattere e la diserzione è di massa; consapevole che l’esercito ucraino è in rotta e non ce la farebbe mai a resistere all’avanzata russa, nemmeno con il proseguimento dell’aiuto militare occidentale; che la crisi economica ucraina è spaventosa ed il popolo ucraino è vicino all’insurrezione contro l’attuale potere di Kiev sostenuto solo dal Battaglione Azov e dalla Nato; consapevole che il suo mandato è scaduto lo scorso 20 maggio e alle elezioni che non vuole convocare cadrebbe; consapevole di tutto ciò, Zelenskyj confida ormai solamente nell’allargamento del conflitto e persino nella guerra mondiale, come uniche possibilità per una propria salvezza politica  e la salvezza del proprio regime fascista.

Gli Usa sono tirati per la giacchetta dal sanguinario fhurer di Kiev?

Nemmeno per idea: essi fanno giocare a Zelenskyj la parte dell’avanguardista di guerra al fine di apparire come coloro che sono costretti a rischiare al fine di “difendere la democrazia dalla dittatura espansionista russa”.

Ma la strategia bellica anti russa e anti cinese è ormai in campo sin dalla fase in cui gli Usa, di fronte allo scioglimento del Patto di Varsavia (1° aprile 1991) nonché sciogliere la Nato (atto speculare dovuto, di fronte alla scomparsa del Patto di Varsavia) lanciarono l’Alleanza Atlantica come nuovo gendarme neoimperialista planetario. Sino al golpe fascista di EuroMaidan del 2014, che davvero decretò l’entrata in guerra degli Usa e della Nato, e ciò molto tempo prima dell’Operazione Speciale russa.

Ora, i popoli del mondo devono sperare nella volontà russa di rispondere col sangue freddo alla dichiarazione di guerra Usa, resa pubblica e ratificata dal lancio dei missili americani a Belgorod. Tuttavia, nessun paese resisterebbe in silenzio e nell’accidia di fronte a ripetuti attacchi militari diretti sul proprio territorio.

Gli Usa, dopo la dichiarazione di guerra contro la Russia, vorranno davvero dar fuoco alle polveri e dichiarare aperta anche la terza guerra mondiale?

E’ il tempo dei popoli, dei lavoratori, dei comunisti, delle forze antimperialiste, democratiche, pacifiste e contrarie alla guerra e all’orrore che sta disseminando nel mondo la Nato. Non è certo il tempo dei “quaquaraqùa” alla Michele Santoro e ai tanti  opportunisti alla sua stregua, che hanno il coraggio nauseabondo di affermare, mentre la Nato mette a ferro e a fuoco il mondo, che “durante la guerra non si può chiedere di sciogliere la Nato” e che la stessa Nato sarebbe una salvaguardia della pace.

Nel titolo del recentissimo editoriale di “Futura Società”, scritto dalla direttrice, compagna Adriana Bernardeschi,  si afferma categoricamente: “Nessuno ha più il diritto di non lottare contro la guerra”.

La pace mondiale, la stessa sopravvivenza dell’umanità sembrano essere ormai  in mano solo ai nuovi dottor stranamore di Washington.

Ma è tempo che i popoli strappino di mano agli Usa e alla Nato il destino dell’umanità.

Dovremmo, tutti e tutte, darci appuntamento nelle strade, nelle piazze, senza chiederci da dove veniamo, ma solo dove vogliamo andare. Fuori dalla Nato, verso la fine della guerra, verso la pace.

Davvero: se non ora, quando?

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