Internazionalismo e spirito unitario: il MpRC di Volterra, con l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e l’Arci, apre un dibattito pubblico volto a smascherare il carattere “golpista” del “bloqueo” e a costruire solidarietà di massa verso la Rivoluzione Cubana.
A cura dei Dipartimenti Esteri ed Economia del MpRC
Il 18 maggio scorso si è tenuta a Volterra una manifestazione organizzata dal MpRC in collaborazione con l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e con il circolo Arci “Garofano Rosso”, che ha ospitato l’evento.

All’iniziativa hanno partecipato Damian Delgado Vazquez, Consigliere politico dell’Ambasciata di Cuba a Roma, Roberto Nannetti, Coordinatore Regionale Toscana dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e Gianmarco Pisa, Responsabile del Dipartimento Esteri del MpRc. Ha presieduto e coordinato Ascanio Bernardeschi, Responsabile del Dipartimento Economia del Mprc.
Il coordinatore ha introdotto illustrando sommariamente, e inserendola nel contesto geopolitico in cui la guerra economica fa parte integrante della politica dell’imperialismo Usa, la storia del vile blocco economico degli Stati Uniti nei confronti di Cuba e delle sue serie conseguenze sulla vita del popolo cubano. Le sofferenze inferte a quel popolo sono state prolungate, enormi e crescenti, come del resto aveva teorizzato negli anni ’60, in un noto memorandum, un funzionario del Dipartimento di Stato Usa, fino al punto di colpire una delle poche risorse di quell’Isola, il turismo, di impedire l’importazione di petrolio e di altre materie prime dai paesi amici in cambio di servizi e di rendere pressoché impossibili i prestiti a Cuba da parte di numerosissime banche internazionali. La conseguenza è stata una crescente inflazione, la crescita del mercato illegale dei cambi, ripetuti blackout e difficoltà di approvvigionamento di cibo e medicinali.
Pur in queste difficoltà Cuba ha dimostrato un grande senso di solidarietà, inviando le brigate mediche in una cinquantina di paesi, tra cui l’Italia, in occasione dell’epidemia di Covid e realizzato alcuni vaccini senza brevetto per favorirne la diffusione nei paesi più svantaggiati.
Ha preso quindi la parola il rappresentante di Italia-Cuba, che ha illustrato l’attività diffusa e decentrata di quest’Associazione in questo periodo di guerra. Ha quindi commentato la guerra commerciale in atto e il tentativo di isolare Cuba alla luce anche dell’importante progetto, avversato dagli Usa, di realizzazione del canale del Nicaragua. Si è soffermato infine sulla raccolta di fondi per aiutare Cuba e ha proposto di verificare la possibilità di istituire anche a Volterra un punto di riferimento dell’Associazione, proposta che ha già raccolto diverse adesioni.
Il compagno Damian Delgado Vazquez, dopo aver affermato che il blocco economico non è l’unico problema di Cuba ma è certamente il problema principale, ha ripreso, sviluppandoli, molti dei temi affrontati nell’introduzione e affrontati anche in un’importante intervista di Ignacio Ramonet al Presidente della Repubblica di Cuba e Segretario del Partito Comunista Cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, visibile qui. Lamentandosi che Biden stia mantenendo le pesanti misure introdotte dal predecessore Trump, ha sostenuto che è l’imperialismo, chiunque sia il presidente, a perpetrare questo crimine, impiegando anche la menzogna che tali misure colpirebbero il governo cubano e non il popolo. Ha stigmatizzato anche l’inclusione di Cuba fra i paesi che sponsorizzano il terrorismo e in quella degli stati che non cooperano adeguatamente contro il terrorismo.
Oggi il Paese vive alla settimana, nel senso che settimanalmente vengono decise le priorità per allocare le pochissime risorse disponibili, ma diviene impossibile, ormai da diversi anni, sia mantenere in pareggio il bilancio di Cuba che stabilizzare i cambi. È stato tuttavia varato un programma di stabilizzazione macroeconomica nel medio e lungo periodo che abbraccia tutti gli aspetti della vita: cambi, alimenti, energia, inflazione ecc. Il contributo che Cuba sta dando al socialismo del XXI secolo è quindi quello di continuare a resistere.
Nel suo intervento conclusivo, Gianmarco Pisa ha sottolineato che la guerra multidimensionale contro Cuba è inserita in un disegno che ha l’obiettivo di rendere impossibile la vita a quel popolo. Nel medesimo disegno è inserita la guerra mediatica che ingigantisce le proteste indotte dalle difficoltà esistenti, a cui il governo sta rispondendo non con la repressione, come sta avvenendo in molti paesi occidentali, ma con l’ascolto, l’incontro con i manifestanti e l’assunzione di alcune proposte per il piano di stabilizzazione. Il popolo non si sta sollevando contro il socialismo, ma chiede misure per alleviare le sofferenze.
Ha poi tratteggiato alcuni aspetti dell’organizzazione della società cubana, in cui hanno un ruolo, oltre al partito, i comitati di difesa della rivoluzione. Per quanto concerne la sanità si è puntato molto sul ruolo del medico di prossimità, per la scuola sull’universalità dell’istruzione pubblica e per l’economia sulla presenza sia del sistema pubblico nei comparti fondamentali che di una diffusa rete di diecimila piccole e medie imprese operanti negli ambiti più minuti.
Quello che a Cuba, nonostante la povertà, è un diritto altrove è solo un’aspirazione, qualcosa da conquistare. Con le brigate mediche si sono salvate, anche in Italia, molte vite e tutt’ora ci sono in Calabria oltre 200 medici cubani, senza i quali non esisterebbe la sanità in quella regione.
Al termine delle relazioni si è sviluppato un dibattito assai partecipato, cui è seguita una cena a prezzo molto popolare organizzata dal Circolo Arci che ha ospitato il convegno.
