di Sergio Leoni, MpRC Ancona

Una delle più importanti e partecipate iniziative delle Marche degli ultimi tempi sulla questione palestinese, sull’orrore disseminato a piene mani e impunemente dal governo fascista di Israele contro il popolo palestinese di Gaza, quella svoltasi domenica 21 aprile ad Ancona presso la Sala Convegni di Piazza Medaglie d’Oro e organizzata dal Movimento per la Rinascita Comunista di Ancona, con la proiezione del film-documentario di Fulvio Grimaldi “Araba fenice, il tuo nome è Gaza”.
Di fronte ad una Sala convegni piena in ogni ordine di posti, con una folta rappresentanza dei movimenti contro la guerra imperialista, di “No Guerra No Nato”, di giovani palestinesi, medici e intellettuali della Siria e della Giordania che si trovano a vivere ad Ancona e provincia, l’Autore del film, presente al convegno, ha introdotto il pubblico alla sua opera, prima della proiezione, dando alcune chiavi di lettura utili ad inquadrare il contesto del documentario, oltre che notizie sui modi e i tempi in cui questo è stato prodotto, per poi, a proiezione terminata, fatto seguire un lungo ed esaustivo commento che è stato anche l’occasione per fornire una panoramica circa la situazione, non solo strettamente politica ma anche umana, di quella terra martoriata.

Introdotta da Stefano Tenenti, del Coordinamento Nazionale Movimento per la Rinascita Comunista, la serata ha registrato anche l’intenso intervento del giovane Imam Hafez Abir Sharkar, studente presso l’Università Islamica Araba, che ha “illuminato” con insolita lucidità analitica e passione “la questione palestinese”, sottolineando con forza la natura eroica della lotta del popolo palestinese, la natura fascista, oscura, reazionaria dell’attuale sionismo che guida Israele, la ferocia degli Usa e dell’Ue nei confronti del popolo palestinese e, tuttavia, “l’immenso appoggio alla causa palestinese che sta provenendo da ogni popolo del mondo, una solidarietà planetaria che, assieme alla resistenza senza fine dei palestinesi e il cambiamento dei rapporti di forza internazionali a favore del fronte antimperialista, annuncia la vittoria del popolo palestinese”.
Un pubblico sempre partecipe, in cui si distingueva anche la presenza di lavoratori immigrati di etnie anche non europee, ha suggellato una serata definibile senza ombra di dubbio coinvolgente su un piano emotivo e insieme un momento di acquisizione di nuove consapevolezze in un ambito più strettamente politico e geopolitico.

La proiezione del documentario si è svolta nel silenzio che solo riescono a creare quelle opere che con il semplice linguaggio di immagini non ritoccate ma, al contrario, esposte nella loro più cruda e dolorosa realtà, mettono a fuoco una situazione drammatica che si trascina nel tempo, come quella di Gaza e che nel docu-film proiettato, in realtà, non riguarda gli avvenimenti che si sono succeduti dopo i fatti del 7 ottobre scorso, ma la fase precedente ad essi, e a questo proposito Fulvio Grimaldi ha voluto sottolineare come quello che sta avvenendo ora a Gaza, è cento volte peggiore di quello riportato nel documentario.
Tutti noi abbiamo negli occhi i filmati che indistinguibilmente il servizio pubblico e quello privato propongono quotidianamente sul piccolo schermo. Immagini per lo più di repertorio, orientate, con ogni evidenza per coloro che sanno “leggerle”, a proporre una narrazione che, nel migliore dei casi, edulcora la realtà e nel peggiore, cioè nella maggioranza delle volte, li falsifica.
Di menzogne continuate e reiterate, avverte ancora Fulvio Grimaldi, è infarcita la cronaca proposta da praticamente tutti i media, nel solco di uno streaming che si accoda supinamente alle ragioni dei più forti.
Ma il documentario, per converso, ha il grande merito di offrirci non soltanto un punto di vista alternativo, ma anche la grande capacità di smontare tutta una serie di luoghi comuni.
A partire, e Grimaldi lo ha argomentato con precisione nel suo intervento conclusivo, dalla demonizzazione di Hamas, proveniente anche da ambiti di “sinistra”, incapaci di cogliere l’elemento di lotta di liberazione che Hamas conduce per l’intero popolo palestinese e incapaci di comprendere la natura del grande consenso popolare di cui, anche ora, Hamas gode tra la popolazione di Gaza e non solo di Gaza; la capacità di smontare il mito, smentito dagli eventi, dell’esercito israeliano come forza invincibile; di smontare il mito, la parola d’ordine, di “due popoli e due Stati”, se lo Stato palestinese dovesse essere quello, come pensano in troppi, di uno staterello diviso in aree diverse, frastagliate, tra loro non comunicanti e immerso nello Stato israeliano, circondato da Israele, dalle sue forze di polizia e dal suo esercito; fino a smontare le “ragioni” più profonde, e più mistificatorie, che sono state alla base della grande menzogna del “diritto divino” della comunità ebraica sparsa nel mondo di creare un proprio Stato attraverso la cacciata del popolo palestinese dalle proprie terre. Anche i più informati sulle vicende mediorientali, e la sala ne contava certamente molti, crediamo abbiano trovato in quella testimonianza aspetti inediti. E soprattutto un punto di vista emotivamente orientato, di parte, perché quella è la parte giusta. “Araba fenice: il tuo nome è Gaza”: il titolo del film di Grimaldi vuole essere di buon auspicio per un popolo, quello palestinese, che non si arrenderà mai.
