Commissione nazionale del lavoro MpRC

Lunedì 26 Febbraio si è svolta la prima riunione della commissione nazionale lavoro.

L’esito della riunione è stato giudicato da tutti i partecipanti come molto positivo, si è registrata una grande sintonia e condivisione sui contenuti e sulle prospettive di lavoro da sviluppare già nella prossima riunione.

Non era questo un esito scontato dato che era la prima occasione di confrontarsi tra compagni che hanno storie politiche diverse ed anche diversa collocazione sindacale.

Per prima cosa si è concordato sull’impostazione complessiva delle attività che dobbiamo svolgere, cioè contribuire alla costruzione di una linea politica dei comunisti sulle questioni del lavoro, fondata su un’analisi approfondita e precisa della situazione attuale in Italia e sulla capacità di costruire su quella base un insieme di proposte e obiettivi che aiutino il movimento dei lavoratori, nel nostro paese, ad uscire dal disastroso tunnel in cui è entrato, ormai da alcuni decenni, di continuo peggioramento di ogni aspetto delle sue condizioni di vita e di lavoro.

Analisi e proposte che, ovviamente, verranno sottoposte all’approvazione degli organismi dirigenti, in primo logo il Coordinamento nazionale, del Movimento.

Ma, anche in questo ci siamo trovati tutti concordi, l’analisi e le proposte le dobbiamo portare direttamente tra i lavoratori sia ad opera dei nostri compagni nei loro luoghi di lavoro che, come Movimento, nell’azione politica nei territori, a questo proposito è pronto un volantino contro la seconda tranche di privatizzazione delle Poste che permetterà al nostro movimento di interagire con i lavoratori ma anche con i cittadini utenti dei servizi di Poste Italiane.

Non è questa solo questione di propaganda, le analisi e le proposte che dobbiamo definire non possono solo essere il risultato di dati e di informazioni, che pure hanno una loro utilità, ma devono essere verificate e, se necessario corrette o modificate, nel rapporto diretto con i lavoratori.

Abbiamo, poi cominciato a delineare le questioni che saranno oggetto di approfondimento e discussione nelle commissioni.

Le condizioni dei lavoratori italiani sono talmente  regredite, negli ultimi decenni, che sono tantissime le questioni che si dovranno affrontare, ne citiamo alcune tra quelle poste nella discussione: il salario, la scala mobile e la riduzione dell’orario di lavoro, tre aspetti estremamente legati tra loro che, abbiamo deciso, saranno oggetto della prossima riunione, il tema delle pensioni, la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro e strettamente collegata ad essa le condizioni di lavoro che hanno visto una forte intensificazione che non solo è anche causa di incidenti ma produce una vasta gamma di malattie professionali, anche gravi, di cui non si parla, a solo vantaggio dei profitti, senza nessun ritorno sul piano dei salari che contemporaneamente sono, invece, calati.

Citiamo ancora, senza esaurire tutti gli aspetti che abbiamo preso in considerazione, la questione della riconquista del diritto di sciopero, essenziale per poter riconquistare quanto si è perduto, diritto oggi fortemente limitato, in Italia, al contrario di altri paesi europei, come Francia e Germania, la questione della UE e dell’ euro ( cioè della BCE ) che hanno fortemente inciso nel deterioramento del mercato del lavoro su scala europea, ed anche in Italia, la questione dell’utilizzo e dell’elevato sfruttamento che le imprese fanno dell’immigrazione, quindi la questione della composizione di classe  oggi in Italia, classe di cui fanno, ovviamente, parte tutti i lavoratori di origine straniera che lavorano nel nostro Paese.

Tutte queste questioni, ed altre che non citiamo per necessità di sintesi, saranno affrontate in prossime riunioni specifiche della commissione.

Dopo aver delineato quantomeno gli aspetti essenziali della nostra linea su buona parte di questi temi ed aver definito dei nostri orientamenti e proposte affronteremo la questione sindacale, questo non perché sia meno importante delle altre ma perché intendiamo farlo dopo aver costruito un nostro punto di vista, e perché riteniamo che debbano essere i comunisti a svolgere un’azione politica verso i sindacati e non questi ultimi a ribaltare le loro contraddizioni dentro il Movimento, come per esempio accadde in Rifondazione Comunista, con conseguenze disastrose sia per i sindacati che per il soggetto politico.

Lascia un commento