Movimento de Toda las Sangres

È passato un anno dal massacro dei dimostranti peruviani contro la deposizione e arresto del presidente legittimo Pedro Castillo.

A un anno dalla deposizione con un colpo di stato del legittimo presidente Pedro Castillo, centinaia di peruviani sono scesi in lotta in questi giorni per chiedere le dimissioni della presidente usurpatrice Dina Boluarte.

A Puno, una regione al confine con la Bolivia, tra i manifestanti che gridavano “il sangue versato non sarà mai dimenticato, sempre in piedi, mai in ginocchio” c’erano i parenti delle vittime della repressione delle proteste dello scorso anno contro l’arresto del presidente legittimo Castillo, insegnante rurale, che si trova tuttora in custodia cautelare in attesa di processo.

Nella regione di Arequipa i manifestanti al grido “Dina assassina, il popolo ti ripudia” hanno chiesto le sue dimissioni. Le proteste contro la deposizione di Castillo e contro l’usurpazione della carica presidenziale della Boluarte, sono iniziate nel dicembre 2022 protraendosi fino a marzo di quest’anno, lasciando una scia di sangue con 61 morti, di cui 49 civili.

Il popolo peruviano è sceso in lotta in questi ultimi giorni anche per protestare contro la decisione della Corte Costituzionale di scarcerare per “motivi umanitari” l’ex presidente Alberto Fusjimori, che deve scontare una pena di 25 anni accusato per crimini contro l’umanità. Durante la protesta i manifestanti hanno innalzato le fotografie delle vittime dei massacri di Fusjimori al grido “no perdono illegale di un criminale e di un assassino”.

Solidarietà con le lotte del popolo peruviano che con determinazione difende un percorso di democrazia in cui la maggioranza campesina è impegnata a restituire la legittima carica di presidente al deposto Pedro Castillo.

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